In Italia non è stata effettuata nel 2005 alcuna importazione di pollame o carni derivate da Romania, Ucraina, Grecia, Turchia e Russia dove si sono segnalati o sono in corso approfondimenti su casi di contagio da virus dei polli. E’ quanto afferma la Coldiretti sulla base dell’elaborazione dei dati disponibili sulla banca dati Istat.

Dall’analisi si evidenzia – sottolinea la Coldiretti – che nel corso dei primi sette mesi dell’anno nessun flusso commerciale di polli vivi o di carni fresche o refrigerate risulta statisticamente rilevato in arrivo in Italia da Ucraina, Romania, Grecia, Turchia e Russia.

Si tratta – precisa la Coldiretti – di una situazione rassicurante che tuttavia non deve fare abbassare la guardia nei controlli delle importazioni resi più agevoli dall’entrata in vigore dell’obbligo di etichettatura di origine del pollame che valorizza la produzione Made in Italy. Un patrimonio che va difeso – afferma la Coldiretti – con un piano di salvaguardia e protezione degli allevamenti che preveda adeguati interventi di promozione e valorizzazione che evidenzino la qualità e la sicurezza alimentare delle produzioni italiane, ma anche l’armonizzazione delle norme sulla biosicurezza ed una intensificazione dei controlli e delle sanzioni sul mancato rispetto delle norme sulle importazioni.

In Italia – conclude la Coldiretti – operano 6000 allevamenti, 173 macelli, 517 imprese di prima e seconda lavorazione e 1000 mangimifici che danno complessivamente lavoro ad 80mila addetti per una produzione complessiva di 1,13 milioni di tonnellate di carne ampiamente superiore ai consumi interni ed un fatturato di 3,3 milioni di euro.