Aumentano i casi di Aids a Modena, Ferrara e
Forlì, calano a Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Bologna e Rimini, mentre restano stazionari a Ravenna. Una buona notizia è che nessun bambino si è ammalato. Ma sempre più eterosessuali contraggono l’Aids e sempre più sono i rapporti a rischio, mentre anche in Emilia-Romagna il preservativo è un optional.

Una realtà comune in tutta Italia, dove ogni due ore una persona si infetta, dodici ogni giorno.

Sono i dati illustrati a Roma alla conferenza stampa di presentazione del congresso nazionale dell’Anlaids che si apre venerdì a Vibo Valentia:
”Si sta abbassando la guardia e l’epidemia dell’Aids rischia di essere dimenticata”, denunciano il presidente nazionale dell’Anlaids, Fernando
Aiuti e quello dell’Emilia-Romagna, Francesco Chiodo.

Secondo gli ultimi dati del Centro operativo Aids dell’Istituto Superiore di Sanità, in un anno, dal luglio 2004 al giugno 2005, in Emilia-Romagna si sono avuti 160 casi (erano stati 162 dal luglio 2003 al giugno 2004) così suddivisi: 16 a Bologna, contro i 22 dello stesso periodo 2003-2004; 16 a Ferrara (erano stati 12); 15 a Forlì (13); 40 casi a Modena (erano stati 16); 11 a Parma (12); 14 a Piacenza (21); 29 a Ravenna (29); 10 a Reggio Emilia (19); 9 a Rimini (18).

Nei primi sei mesi di quest’anno in Emilia-Romagna si sono avuti 47 casi. Salgono così a 5.369 i casi di Aids registrati in Emilia-Romagna dall’inizio dell’epidemia: 1438 a Bologna, 444 a Ferrara, 512 a Forlì, 639 a Modena, 378 a Parma, 309 a Piacenza, 796 a Ravenna, 417 a Reggio Emilia,
436 a Rimini.

L’Emilia-Romagna si colloca al secondo posto in Italia nella graduatoria dell’incidenza dei casi di Aids notificati tra luglio 2004 e giugno 2005, con il 4,0 per centomila abitanti come nel periodo luglio 2003-giugno 2004.
Nei primi sei mesi del 2005 non si sono registrati casi pediatrici di Aids, mentre dal 1982 al giugno di quest’anno i bambini affetti da Aids in Emilia-Romagna sono stati 68.