Cinquecento fotografie che documentano ambienti e vita negli ospedali psichiatrici, e il difficile processo di inserimento nella societa’ degli ex degenti. E’ ‘Il volto della follia. Cent’anni di immagini del dolore’, che si aprira’ domani nelle sedi di Reggio Emilia, a Palazzo Magnani, e di Correggio al Palazzo dei Principi.


La mostra, curata da Sandro Parmiggiani e aperta fino al 22 gennaio, propone un percorso espositivo che si divide in quattro sezioni. Nella prima, ‘Memorie dalla citta’ dei matti’, si trovano le foto scattate, tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, ai ricoverati nel San Lazzaro di Reggio Emilia, il grande manicomio alla periferia cittadina, che arrivo’ a ospitare piu’ di 2.000 persone, e quelle che documentano la vita e gli ambienti di questa ‘citta’ della follia’, precedute dalle iconografie fotografiche nei tre volumi de La Salpetriere di Parigi (1876-1879), presenti nella Biblioteca dell’Istituto reggiano, e seguite dalle immagini che Vasco Ascolini ha scattato negli ultimi anni nei luoghi ormai vuoti e desolati di manicomi e istituzioni scientifiche italiane, intrisi delle memorie di una vita di sofferenza. All’interno della sezione sono esposti alcuni dipinti di grande formato (rielaborazioni pittoriche, su base fotografica, di volti di ricoverati al San Lazzaro) realizzati per la mostra da Giovanni Sesia.


Nella seconda sezione, ‘I manicomi svelati’, ci sono le foto scattate dal 1965 in poi nei manicomi italiani da Luciano D’Alessandro, Gianni Berengo Gardin, Carla Cerati, Ferdinando Scianna, Gian Butturini, Raymond Depardon, Uliano Lucas, che diedero un contributo fondamentale allo sviluppo della sensibilita’ sul problema dell’esclusione e delle condizioni di vita delle persone rinchiuse nei manicomi. Nella terza sezione, ‘Al di la’ delle mura, tra le persone’, protagoniste sono le foto scattate dopo l’approvazione della Legge Basaglia (1978) e la chiusura dei manicomi, che documentano i tentativi, spesso difficili, di dare risposte alternative al problema dello squilibrio psichico, con particolare attenzione ai volti delle persone che vivono questa situazione e ai luoghi, ormai abbandonati, degli ex-manicomi, alla ricerca di tracce di presenze umane, attraverso autori come Uliano Lucas, Enzo Cei, Philippe Tournay, Roberto Salbitani, John Darwell, Giordano Morganti, Marco Fantini, Ilaria Turba. Qui si ritrovano anche le immagini scattate nell’ex Opg (Ospedale psichiatrico giudiziario) di Reggio Emilia ora di proprieta’ della Provincia, da Bruno Cattani, Marcello Grassi, Kai-Uwe Schulte-Bunert.


Il percorso espositivo continua a Correggio con la quarta sezione ‘Prigioni e rifugi, nelle terre del mondo’, realizzata in collaborazione con Enrica Vigano’, che presenta il lavoro di cinque fotografi (Chien-Chi Chang, Anders Petersen, Alex Majoli, Adam Broomberg e Oliver Chanarin, Claudio Edinger) che, negli ultimi quindici anni, hanno realizzato reportage in vari paesi (Brasile, Cuba, Grecia, Svezia, Taiwan) per documentare sia le condizioni disumane in cui tante persone sono ancora tenute, che i tentativi di dare risposte ‘civili’ al problema dello squilibrio psichico.

La mostra, accompagnata da un catalogo pubblicato dalle Edizioni Skira, e’ promossa dalla Provincia di Reggio Emilia e dal Comune di Correggio, in collaborazione con il Centro di Documentazione di Storia della Psichiatria, con il sostegno di Fondazione Pietro Manodori, Ccpl e Unieco.