Sfruttava connazionali, costringendoli a lavorare a ciclo continuo, in ambienti con condizioni igieniche precarie: un 33enne cinese abitante a Novi, nel modenese, e’ stato arrestato in un’operazione congiunta della Polizia e della Guardia di Finanza di Carpi. Il blitz ha portato anche alla denuncia di altri tre cinesi, titolari di laboratori, per sfruttamento di manodopera e favoreggiamento della permanenza di clandestini in Italia.


Gli agenti hanno controllato cinque laboratori tessili, gestiti da cinesi, nel distretto carpigiano. I problemi maggiori sono stati riscontrati in un capannone di via Socrate, dove lavoravano e vivevano numerosi cinesi, quattro dei quali clandestini: nel locale gli agenti hanno trovato letti a castello, avanzi di cibo e una situazione igienica molto critica. Il titolare, che gia’ era stato denunciato in precedenza, e’ stato percio’ arrestato. Il capannone, tra l’ altro, era stato gia’ posto sotto sequestro in precedenza, ma nella notte qualcuno aveva rotto i sigilli per prelevare i capi d’abbigliamento gia’ confezionati e consegnarli ai committenti.


Come e’ stato fatto notare da Polizia e Guardia di Finanza, spesso i laboratori sono in regola con le iscrizioni alla Camera di commercio, e lavorano per imprenditori italiani, che affidano loro la confezione di capi, puntando sul basso prezzo. Ma gli imprenditori cinesi non si fanno scrupoli e sfruttano i loro connazionali, imponendo loro turni di lavoro massacranti: spesso abitano anche negli stessi capannoni in cui lavorano giorno e notte, senza sosta.