Fecero un uso corretto delle armi
e intervennero ”con estremo coraggio” i due carabinieri che nella notte tra il 10 e l’11 aprile scorsi uccisero Claudio De Benedictis, il trentatreenne di origine napoletana che aveva appena ferito gravemente con la propria pistola un buttafuori della discoteca ‘Chalet delle Rose’ a Pontecchio Marconi, nel bolognese.

I militari agirono ”seguendo l’imperativo categorico di rendere inoffensivo il De Benedictis il quale continuava ad impugnare la pistola dopo aver gravemente ferito il buttafuori, mantenendo quindi protratta nel tempo l’immanente minaccia ed il conseguente pericolo per l’incolumita’ di tutte le numerose persone presenti nel suo raggio d’azione”.


E’ la conclusione del Pm di Bologna Valter Giovannini, che ha chiesto l’archiviazione per i due carabinieri che aveva iscritto nel registro degli indagati. Vista la situazione – secondo il Pm – i due militari, oltre che tutelare se stessi, avevano pertanto anche l’obbligo giuridico di impedire che ulteriori eventi lesivi dell’altrui incolumita’ venissero realizzati da De Benedictis. Giovannini ha rilevato che per quel che ne potevano sapere i due carabinieri, il buttafuori poteva anche essere stato ucciso ”e da qui l’inderogabile assoluta necessita’ di impedire la reiterazione dell’omicidio”; inoltre ”tutti i colpi sono strati esplosi verso zone del corpo non vitali”.
Secondo il Pm ”e’ escluso che De Benedictis stesse fuggendo nel senso proprio del termine; egli offrendo la parte anteriore del corpo cercava esclusivamente, puntando l’arma, di impedire ai militari di renderlo inoffensivo e nel fare cio’ ovviamente arretrava tenendo sempre la pistola indirizzata contro chiunque potesse tentare di bloccarlo”.


De Benedictis aveva un solo gesto utile da fare – secondo l’ inchiesta – quello di gettare la pistola: ”e la sequenza dei colpi procedeva perche’ era l’unico modo per rendere definitivamente inoffensivo l’uomo il quale continuava a minacciare in maniera credibile, avendo appena sparato per uccidere, tutti i presenti creando un oggettivo clima di terrore”. De Benedictis – detto ‘il Drago’, precedenti per rapina, estorsione e droga, noto anche negli ambienti degli Ultras del Napoli – agi’, come ha spiegato la consulenza tossicologica, sotto l’effetto di alcolici e cocaina.


Quella sera De Benedictis con amici ando’ in discoteca e entro’ in conflitto con altri avventori e con i buttafuori.

Nella colluttazione ebbe la peggio e fuggi’ con gli amici. Poi torno’ armato, con un amico, che in dialetto gli disse ”dagli in faccia fra”’, cioe’ ”sparagli in faccia fratello”. De Benedictis feri’ cosi’ il buttafuori per vendicarsi. Poi l’ intervento dei carabinieri, che erano li’ in servizio antidroga.