Nelle ultime due settimane a Modena e provincia si è parlato molto di inceneritori. Il 22/11 si è tenuto presso l’amm.ne provinciale un convegno sulla gestione dei rifiuti, alla sera dello stesso giorno il prof. Connett teorico della campagna rifiuti zero ha parlato dell’argomento al Planetario di Modena che per l’occasione era al completo con persone che sedevano sui gradini.

Il 24/11 a Mirandola il comune ha organizzato un convegno sulla raccolta differenziata porta a porta invitando chi nei comuni del Veneto ha iniziato da tempo questo tipo di raccolta con percentuali che arrivano al 75%. Ho partecipato a tutti e tre gli eventi e mi sono formato l’opinione che dove la raccolta differenziata è seguita e curata, considerandola una fonte di materie prime rinnovabili, non si pensa ad aprire o raddoppiare degli inceneritori e si va verso la riduzione e/o chiusura delle discariche esistenti. A sistema perfezionato, dopo uno-due anni le famiglie iniziano a risparmiare sulla tariffa. Ma il vantaggio enorme è nel miglioramento dell’ambiente dove noi ma soprattutto i nostri figli dovranno vivere. In quei paesi i cittadini sanno che quando differenziano correttamente compiono una, come si diceva una volta, buona azione. Da qualunque parte la si guardi.



Alcuni degli interventi hanno posto il problema degli imballaggi alla fonte, come se fosse il problema principale ma, anche in questo caso, il cittadino che fa la raccolta porta a porta e paga in relazione al numero di conferimenti dell’indifferenziato non riciclabile è, con le scelte al momento dell’acquisto, in grado di indirizzare le aziende produttrici di beni a comportamenti virtuosi di riduzione di imballaggi e/o uso di materiale riciclabile.



La quantificazione della percentuale di raccolta differenziata è tra gli obbiettivi di una campagna nazionale di Italia Nostra dal nome:”Cittadini in Rete per il Riciclo”. Questa campagna, a cui la mia famiglia insieme ad altre due ha aderito, consiste nel pesare le varie tipologie di materiale prima di conferirlo nei cassonetti. I dati del primo mese, deve durare quattro mesi, hanno evidenziato delle percentuali che vanno dall’80% all’88% di materiale differenziato e una percentuale dal 12% al 20% di materiale che andrebbe in discarica o nell’inceneritore.



Una dimostrazione in più che del raddoppio dell’inceneritore nessuno ne sente il bisogno!



Sempre quel mese di sperimentazione evidenzia che a testa si produce meno di un kg. di rifiuto (noi ambientalisti lo chiamiamo materiale post consumo). Chi produce quello che serve per arrivare ad un 1,68 chili che è la quantità stimata dal piano provinciale dei rifiuti? Sono i rifiuti assimilati, quelli che sono prodotti dalle attività produttive che, con un tratto di penna si trasformano in rifiuti domestici. Anche questo, con una buona organizzazione ed applicando le leggi vigenti, è un problema risolvibile.



Perchè insisto con il porta a porta e non nell’incentivazione della r.d. come si fa a Modena fino ad oggi?



Perchè è l’unico metodo che produce materiale di prima qualità, facilmente controllabile e riciclabile. Un esempio per tutti: l’organico da cui trae origine il compost, solo se raccolto con il porta a porta può essere di una qualità richiesta dal mondo agricolo, diversamente ha un difficile mercato.



Termino parlando di inceneritore e ricordo che non risolve nulla, è una possibile causa o concausa di insorgenza di gravi malattie, di inquinamento in quanto dopo il trattamento c’è sempre bisogno di una discarica per le ceneri, di considerevoli quantità di acqua che poi risulta inquinata e dal camino escono oltre 250 composti chimici miscelati tra di loro che ogni giorno possono essere diversi.



Ormai si fa strada nel mondo scientifico un modo per inertizzare quello che rimane al termine di una raccolta porta a porta fatta come si deve, stiamo parlando al massimo di un residuo del 25%, che non inquina e non fa danni, quindi perchè non approfondire la questione? Ricordo che dopo una raccolta che sfiora l’80% quello che rimane è materiale secco che non produce percolato, non emana gas tossici ed è facilmente gestibile.



Fermando il raddoppio dell’inceneritore si risparmiano 60 milioni di euro, con molto meno si finanzia una raccolta differenziata porta a porta per tutta la provincia e un sistema di inertizzazione moderno e innocuo alla salute.



Concludo con una domanda: perchè chi raccoglie i rifiuti ha anche la proprietà dell’inceneritore?



Non si può fare come da altre parti dove chi raccoglie differenziando non ha nessun impianto di incenerimento di proprietà. Più di un rappresentante di queste realtà era presente al convegno provinciale del 22 novembre.



Vittorio Ballestrazzi