Raggiravano imprenditori con la promessa di reperire fondi comunitari in cambio di una percentuale che si aggirava tra il 2 e il 5% per la prestazione fornita. In realtà le pratiche che dicevano di compilare non sono mai state fatte e per farsi pagare dagli imprenditori-clienti presentavano loro documenti falsi con intestazione Ue.

Per questo la Guardia di Finanza di Bologna ha eseguito oggi quattro ordinanze di custodia cautelare nei confronti dei bolognesi Vincenzo Borghi, 60 anni, già noto alle forze dell’ordine per reati specifici, sua figlia Giulia di 29, il figlio Francesco di 31, e l’ingegnere Alessandro Guidotti
di 51. Il primo è stato rinchiuso in carcere mentre gli altri sono agli arresti domiciliari. Per loro l’accusa formulata dal pm Antonella Scandellari è l’associazione per delinquere finalizzata al falso e alla truffa aggravata. I provvedimenti sono stati emessi dal gip Valentina Tecilla.

I quattro avevano costituito la società Seap srl che pubblicizzava i propri servizi di consulenza alle imprese anche tramite un sito internet. A far partire l’indagine delle Fiamme gialle è stato un esposto dell’Olaf, l’ufficio europeo per la lotta antifrode, che era stato contattato da un’azienda raggirata che pretenedeva lumi sul perchè il finanziamento promesso dalla Seap non veniva concesso. E’ stato così che si è scoperta la truffa e sono partite le denunce. Al momento le imprese denuncianti (del Nord Italia, Emilia-Romagna e Umbria) sono 28 per un raggiro quantificato in circa 600mila euro. In base a quanto emerso, per le
pratiche il gruppo si faceva pagare in parte alla stipula del contratto di consulenza e una parte alla consegna dei documenti (falsi) sui quali si leggeva l’approvazione del finanziamento da parte dell’Ue.

Per far sembrare tutto vero, l’associazione faceva anche stipulare all’imprenditore raggirato una polizza fidejussoria per garantire il rientro dei capitali ricevuti. Inoltre, gli uffici Ue indicati sui
documenti falsi non si sono mai occupati di finanziamenti.