Le testimonianze degli agricoltori che hanno subito traumi durante il lavoro ed i racconti di chi li ha evitati applicando le più elementari norme di sicurezza. E’ un modo semplice ma efficace per informare gli addetti del settore primario sui numerosi rischi che corrono nelle campagne, suggerimenti contenuti in una agenda chiamata “Operazione campi sicuri” che può essere utilizzata anche come calendario nel 2006.

Settimana dopo settimana viene affrontato un argomento specifico sulla sicurezza in agricoltura e sulle forme di cautela da adottare nel proprio lavoro. L’idea è della Confederazione italiana agricoltori – Cia dell’Emilia-Romagna che con il contributo della compagnia di assicurazioni Unipol ha realizzato trentamila agende “per implementare la sicurezza nel settore agricolo dove l’indice di mortalità o gravità degli infortuni è piuttosto elevato rispetto agli altri settori di attività”.

Partendo dall’analisi di infortuni realmente accaduti e raccontati dagli sfortunati o incauti protagonisti, Mirco Villa della Cia di Ravenna (che ha curato testi e foto) nell’agenda propone soluzioni tecniche, accorgimenti, cautele, indicazioni di comportamento, al fine di far crescere negli agricoltori la consapevolezza che il rischio non è un fattore inevitabile del loro lavoro. “Non sono riportati articoli di legge, ma ogni pagina contiene almeno una notizia utile per i lavoratori – ha detto Villa nel corso della presentazione del volume – e le testimonianza sono di un agricoltore per ogni provincia della regione Emilia Romagna”. Durante l’incontro è stata fatta un’analisi sugli infortuni e le malattie professionali nella regione registrate negli ultimi anni.

“Nel periodo 1994 – 2004 gli infortuni sul lavoro denunciati all’Inail e definiti con indennizzo sono notevolmente diminuiti– ha spiegato Fernando Renzetti, funzionario del Contarp (Consulenza tecnica accertamento rischio e prevenzione) della sede Inail Emilia Romagna – e sono calati anche gli addetti che da 135mila sono scesi a 93mila”. Secondo le statistiche dell’Inail, nel 2004 in Emilia Romagna gli infortuni in agricoltura sono stati 9mila e 554 (la provincia di Forlì è ‘in testa’ alla classifica con il maggior numero riscontrato) e quelli con conseguenze mortali sono stati 17: il debito più grande lo ha pagato Ferrara con 4 decessi.

“La viticoltura e la frutticoltura presentano rischi di infortunio più elevati assieme alla zootecnia – ha aggiunto Renzetti – e i lavoratori a tempo determinato sono quelli più esposti. L’incidenza degli infortuni su mezzi meccanici, poi, è bassa (circa il 5%), ma la gravità è molto alta”.

Purtroppo quando diminuiscono i redditi delle imprese, soprattutto quando calano in modo strutturale, ha segnalato la Cia, scende anche la propensione e la possibilità degli imprenditori ad investire in generale, e quindi anche sulle misure di sicurezza.

“Auspichiamo la definizione di una legislazione regionale che adatti alla realtà produttiva delle aziende agricole quelle prescrizioni nazionali oggi oggettivamente impraticabili- ha ribadito Corrado Fusai, direttore regionale del patronato Inac -per renderle realizzabili e quindi efficaci. Chi assume 4 o 5 operai avventizi per un totale di poche giornate lavorative nell’anno – ha proseguito – sebbene debba essere tenuto a garantire tutte le condizioni di sicurezza, non può essere sottoposto agli stessi adempimenti previsti per chi assume operai fissi”.

“A partire dalle prossime settimane le nostre sedi provinciali Cia saranno impegnate nella prima parte dello sviluppo della ‘Operazione Campi Sicuri’ – ha concluso il direttore della Cia Emilia Romagna Mara Biguzzi – che consiste in un monitoraggio presso le aziende associate dello stato di attuazione del decreto legislativo 626 – 1994 sulla sicurezza, attraverso una scheda aziendale di rilevazione molto semplice ed efficace. Nella seconda fase verificheremo i supporti tecnici delle convenzioni presenti nelle province a supporto delle aziende per predisporre, dove necessario, piani personalizzati di intervento da proporre alle aziende per gli eventuali adeguamenti”.