Favorire i processi di integrazione della popolazione straniera residente che gia’ lavora, attraverso la fornitura di informazioni su lavoro, scuola, casa, sanita’ e permesso di soggiorno agli stranieri, agli italiani, alle imprese, alle istituzioni e alle associazioni.

Sono gli obiettivi dei quattro sportelli di orientamento aperti a Bologna e Ravenna all’interno del progetto Equal ‘Sostenere la competitivita’ individuale’, nato dalla collaborazione tra Confartigianato Federimprese Bologna, associazione Seneca, Bbj Italia, Forum metropolitano di Bologna, Dipartimento di Scienze statistiche dell’Universita’ di Bologna.


”Con questa iniziativa – ha spiegato durante la conferenza di presentazione Agostino Benassi, segretario provinciale Confartigianato Federimprese Bologna – vogliamo fornire agli immigrati un servizio che sia loro utile nella vita di tutti i giorni, un luogo in cui non sara’ offerto un lavoro, ma sara’ detto loro cosa fare per accedere e rimanere nel mercato del lavoro. Sara’ un servizio utile anche alle nostre imprese che gia’ impiegano lavoratori immigrati, o che intendono assumerli in futuro, per la soluzione dei piccoli e grandi problemi dovuti alle diversita’ culturali. Ci saranno quindi due sportelli, uno per le associazioni e le aziende e uno per gli immigrati, rispettivamente a Bologna e Ravenna”.


Cristina Borelli, dell’associazione Seneca, ha spiegato che gli sportelli rappresentano il punto di forza e di innovazione dell’iniziativa, ma il progetto prevede diverse fasi: ”Ricerca su un campione di circa 250 lavoratori stranieri e 90 imprese per la rilevazione incrociata dei fabbisogni per strutturare interventi e soluzioni condivise; formazione operatori sui temi dell’intercultura, della mediazione dei conflitti, dell’utilizzo del nuovo modello di emersione e di assessment center e della realizzazione di una web tv; implementazione e gestione del modello di assessment che attraverso un servizio di consulenza, esercizi di costruzione, presentazioni, e’ orientato all’emersione ed alla valutazione dei punti di forza, di debolezza e delle proprie potenzialita’, rafforzando al contempo l’autostima; sperimentazione di moduli brevi di formazione flessibile individuale o a gruppi rivolta a lavoratori stranieri, sulla base dei risultati del modello individuale; web tv con uno staff composto da lavoratori stranieri; transnazionalita’-scambi di buone prassi ed elaborazioni di materiali e modelli legati agli interventi sui lavoratori immigrati in tre nazioni: Italia, Belgio e Spagna; diffusione e pubblicita’ dei risultati”.


”Il cittadino straniero – ha sottolineato Roland Jace, del Forum Metropolitano di Bologna – e’ costretto a vivere, anche a causa della legge Biagi, una situazione di precarieta’. La novita’ degli sportelli non e’ solo sostenere gli stranieri attraverso l’informazione, ma creare un punto di contatto tra le imprese e i lavoratori, favorendo gli immigrati e la conservazione della loro professionalita”’.


Il professor Giorgio Tassinari, del Dipartimento di Scienze statistiche dell’Universita’ di Bologna, ha spiegato che ”la fase iniziale del progetto, la ricerca su un campione di lavoratori stranieri, e’ gia’ stata compiuta e ha fornito buoni risultati e, in alcuni casi, inaspettati. Abbiamo intervistato 253 persone, 288 nella provincia di Bologna e 65 in quella di Ravenna, la maggior parte uomini. A Bologna il 32% proviene da paesi nord-africani, il 27% dai paesi dell’Europa dell’est, il 14% da Cina e Filippine e il 13% dal continente indiano. A Ravenna, invece, la situazione e’ diversa: la maggior parte degli intervistati, pari al 56%, proviene dai paesi dell’Europa orientale, il 15% sono nord-africani e un altro 15% e’ rappresentato dai cittadini degli stati dell’Africa centro-occidentale”.


La maggior parte degli intervistati, ha poi reso noto Tassinari, e’ occupata con mansioni di bassa qualificazione e ”assai pochi, il 12% a Bologna e il 15% a Ravenna, sono gli intervistati che svolgono in Italia le stesse attivita’ che svolgevano in precedenza nel paese d’origine. Le necessita’ piu’ diffuse tra gli intervistati sono una migliore conoscenza della lingua italiana e della formazione professionale. La soddisfazione per il lavoro attuale si attesta su livelli medio-bassi, il 46% a Bologna e il 43% a Ravenna. Piu’ dell’80% degli intervistati non pensa di cambiare citta’ e il 45% degli intervistati a Bologna e il 61% a Ravenna pensa che nei prossimi cinque anni si sara’ messo in proprio e oltre il 50% in entrambe le province che avra’ fatto carriera, manifestando cosi’ un livello di aspettative e speranze elevato”.