La Commissione europea ha deciso di avviare
nove procedure di infrazione contro l’Italia accusata di ”violare le norme Ue elaborate per proteggere i cittadini e l’ambiente dai potenziali danni dei rifiuti”.


Bruxelles ha deferito l’Italia alla Corte di giustizia Ue per la mancata adozione e notifica dei piani di gestione dei rifiuti della regione Lazio e per le province di Modena e di Rimini.
Inoltre, le regioni Friuli Venezia-Giulia e Puglia, la provincia autonoma di Bolzano e le province di Rimini e Modena non hanno piani di gestione dei
rifiuti che rispettino la direttiva sui rifiuti pericolosi.

L’esecutivo Ue ha anche inviato una lettera finale di messa in guardia all’Italia in merito alla definizione di rifiuti e al campo di applicazione della direttiva Ue in materia, considerato troppo restrittivo dagli esperti di Bruxelles. La Commissione aveva già avviato una procedura di infrazione a luglio scorso e adesso, in assenza di risposte adeguate da parte delle autorità italiane ha deciso di compiere un ulteriore passo formale. L’esecutivo Ue ha inviato anche un ultimo avvertimento scritto all’Italia relativo alla non conformità della propria legislazione con la direttiva Ue sulle discariche. Più in particolare, nel mirino di Bruxelles
c’è il fatto che le discariche operative tra il 16 luglio 2001 e il 27 luglio 2003 ”non sono state assoggettate all’obbligo di soddisfare gli
standard in materia di nuove discariche”.

Le altre sei iniziative di Bruxelles riguardano il mancato rispetto da parte dell’Italia di altrettante sentenze della Corte di giustizia dell’Ue.
La prima sentenza è quella sulle condizioni che permettono di esentare dagli obblighi di trattamento e di eliminazione dei rifiuti. La Corte ha già condannato l’Italia che però non si è ancora adeguata alla sentenza dei giudici di Lussemburgo.
Bruxelles ha pertanto inviato un ultimo avvertimento alle autorità italiane, in caso di mancata risposta, potrebbe rivolgersi di nuovo alla
Corte i giustizia chiedendo l’applicazione di multe pecuniarie.

Una prima lettera di avvertimento è stata inviata all’Italia per ”il mancato rispetto della sentenza della Corte di giustizia relativa alla direttiva sullo smaltimento dei rifiuti” che ha condannato l’Italia per l’esenzione concessa alle società che trasportano o raccolgono i propri rifiuti.
Quattro procedure sono infine state avviate per il mancato rispetto di sentenze della Corte di giustizia che hanno condannato l’Italia in materia di discariche illegali. Si tratta, in particolare, della sentenza relativa ad un sito di un’ex impresa chimica a Rodano, vicino Milano, di quella relativa a varie discariche nella zona di Manfredonia (Puglia), di quella relativa a discariche illegali per rifiuti pericolosi vicino alla città di Castelliri (Lazio) e della sentenza di condanna per la discarica illegale
vicino a Campolungo (Ascoli Piceno).