‘Telefono donna’: un numero verde contro discriminazioni, soprusi, abusi, molestie sessuali sulle donne nei luoghi di lavoro. Il numero –
800.611171 – sarà attivo dal 16 gennaio. E’ l’ultima iniziativa delle consigliere provinciali di parità di Reggio Emilia, Natalia Maramotti e
Donatella Ferrari, presentata in una conferenza stampa.

”Le donne che lavorano – ha affermato Maramotti – ancora oggi, purtroppo, non hanno la piena conoscenza dei loro diritti e delle leggi che
li tutelano, così come non tutte conoscono il nostro Ufficio istituito e dal 2000 potenziato, sia per promuovere l’occupazione femminile, sia per
difendere tutte le donne da soprusi e discriminazioni sui luoghi di lavoro.
Le donne, anche in una realtà avanzata come la nostra, non sono in grado di difendersi in modo adeguato da molestie e discriminazioni sul lavoro”.

“Con quest’ultima iniziativa del 2005 pensiamo di realizzare un utile punto di riferimento per tutte le donne che vogliono denunciare discriminazioni,
soprusi, molestie nei luoghi di lavoro, ma anche per quelle che vogliono conoscere e avere informazioni aggiornate e complete sulle leggi che
tutelano la maternità, che favoriscono le pari opportunità, sui congedi parentali e/o sulle fonti di finanziamento dedicate alle donne”.

Dal 16 gennaio chiamando il numero 800.611171 risponderà l’ufficio
delle Consigliere di parità (tutti i giorni dalle 9 alle 13; il martedì e il giovedì anche dalle 15 alle 17,30), mentre al di fuori di questi orari si potrà lasciare un messaggio in segreteria telefonica.
Lasciando un recapito, l’ufficio delle Consigliere richiamerà entro le 24 ore successive.

”Telefono donna – ha detto Donatella Ferrari – vuole far emergere i tanti casi di discriminazione ancora sommersi e soprattutto
creerà sinergie con gli altri Enti che sul territorio si occupano di questioni femminili”.
”Dal 1997 ad oggi – ha spiegato Alessandra Campani di ‘Nondasola’, associazione che gestisce la ‘Casa delle donne’ per donne maltrattate o che
hanno subito violenza – abbiamo ricevuto 1300 richieste di aiuto da parte di donne che hanno subito violenze in famiglia, che inevitabilmente si
ripercuotono sul luogo di lavoro. E’ più che opportuno quindi che tra la nostra associazione e l’Ufficio delle Consigliere s’instauri una sorta di
filo diretto, volto il più possibile a difendere le donne da ogni discriminazione”.