La bara con la salma di Luisa Manfredi, uccisa a 14 anni il 25 novembre 2003 con una fucilata mentre era affacciata al balcone di casa, è stata traslata dal cimitero di Lula a quello di Castelvetro. Luisa era figlia di Laura Manfredi e di Matteo Boe, l’ex primula rossa del banditismo isolano.

La decisione è stata presa dalla madre per protestare contro il clima di omertà che non ha consentito di far luce sull’omicidio della ragazza.

Ieri pomeriggio – come ha scritto il quotidiano La Nuova Sardegna – con molta discrezione i familiari, dopo le necessarie autorizzazioni comunali, hanno proceduto all’esumazione della salma che riposerà nel camposanto del paese emiliano dove vivono i parenti della madre.

Da tempo si rincorrono voci sullo svolgimento delle indagini e su possibili sviluppi che potrebbero portare a significativi risultati. Lo scorso mese, in occasione del secondo anniversario della morte della ragazza, la madre ha diffuso un volantino con il quale ha confermato le sue accuse per un delitto impunito così come fece qualche settimana dopo l’assassinio quando scrisse un altro volantino e comparvero nel paese scritte come ”Qualcuno di voi ha ucciso Luisa”.

Ma oltre ai difficili rapporti nel paese la decisione di traslare la salma sarebbe legata anche al venir meno di altri legami familiari. All’inizio dello scorso mese di novembre è, infatti, morta anche l’anziana madre 92enne di Matteo Boe, per visitare la quale il figlio era solito tornare a Lula in permesso.