“Non c’è nulla che può preoccupare i consumatori, ed è importante evitare ogni allarmismo ingiustificato”. E’ il commento di Confagricoltura dell’Emilia-Romagna sui casi di influenza aviaria registrati in questi giorni in Turchia.

L’Organizzazione ricorda che già dal mese di ottobre sono in vigore misure specifiche della Commissione europea che limitano le importazioni su tutto il territorio comunitario di pollame vivo e derivati delle specie avicole provenienti dalla Turchia. Senza trascurare, peraltro, che l’Italia non ha rapporti commerciali con questo paese per quanto riguarda i prodotti avicoli. “Non vi è quindi alcun rischio – prosegue Confagricoltura Emilia-Romagna –. Gli allevamenti emiliano-romagnoli e le tonnellate di carni prodotte sono sicure e controllate”.

“Auspichiamo – dice Mario Girolami, presidente di Confagricoltura Emilia-Romagna – che gli eventi di questi ultimi giorni non abbiano contraccolpi sul consumo regionale e nazionale di carne avicola. Sarebbe un ulteriore grave danno per le nostre imprese, che impiegano 100 mila addetti (indotto compreso) e che producono secondo i più avanzati standard qualitativi, di sicurezza alimentare e di benessere animale”.

“Tutte le carni avicole hanno le etichette che ne attestano l’origine e forniscono una chiara rintracciabilità della merce in vendita, garantendone quindi la qualità e la sicurezza – conclude Girolami -. Le imprese della nostra regione sono ampiamente sottoposte a controlli minuziosi che garantiscono ulteriormente la salubrità. Infine non va dimenticato che siamo produttori primari ed autosufficienti”.

Il settore avicolo emiliano-romagnolo la produzione lorda vendibile dell’avicoltura supera i 438 milioni di euro, seconda solo a quella del latte vaccino, rappresentando il 37% della produzione lorda vendibile zootecnica e il 12% di quella totale agricola. Il distretto avicolo romagnolo, in particolare, vale circa 1,4 miliardi di euro e rappresenta il 25% circa della produzione nazionale e il 34% del fatturato industriale e commerciale del nostro Paese. La caduta dei prezzi della carne avicola, a seguito delle notizie sempre più martellanti su una possibile pandemia da influenza aviaria è del 50%. Il danno economico per l’intera filiera stimato è di oltre 100 milioni di euro al mese.