Per ora la situazione meteorologica, secondo gli esperti dell’Osservatorio Geofisico dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, non segnala alcunché di insolito. La morsa del gelo di questi giorni sembra in esaurimento e già alla volta di sabato 28 e domenica 29 gennaio arriverà aria proveniente dal deserto libico. La fase nevosa si interromperà invece domani.

La morsa del gelo, che ha attanagliato l’Europa, ha raggiunto anche Modena e Reggio Emilia, senza però registrare valori da record. Presso la stazione dell’Osservatorio Geofisico universitario di Piazza Roma a Modena la temperatura più bassa del 2006 resta quella del 19 gennaio, in concomitanza con la fase nebbiosa e di galaverna, con –4.1°C, mentre nelle successive giornate, serene, complice il maggior effetto “isola di calore urbana”, il termometro non è mai sceso sotto i –3.5°C, raggiunti – peraltro – giovedì 26 gennaio 2006.

Valori ben più bassi, ma tipici delle giornate più fredde di ogni inverno, si sono avuti – invece – a Marzaglia, dove mercoledì 25 gennaio la centralina automatica ha registrato –7.6°C. “Niente di anomalo comunque per la stagione – avvertono gli esperti meteorologi dell’Osservatorio Geofisico dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia dott. Luca Lombroso e dott. Salvatore Quattrocchi -, in quanto sono valori raggiunti praticamente sempre e, ripetutamente, negli ultimi anni si è assistito a maggiori rigori: nel 2002 i termometri scesero a –13°C a Marzaglia e a –6.4°C alla stazione di Piazza Roma”.

Il fatto, per certi aspetti più inconsueto, è determinato dalla circostanza che, praticamente, dal 30 dicembre in campagna i termometri segnano tutte le mattine valori sotto lo zero. Anche in questo caso, però, nulla di anomalo, poiché è una situazione ricorrente in passato, non solo in campagna, ma anche in città. Recentemente sempre nell’inverno 2001/2002 il gelo notturno rappresentò una costante, in base ai dati della stazione di Marzaglia, per tutto il periodo dal 4 dicembre 2001 al 23 gennaio 2002.

Ora il gelo pare attenuarsi, ma a “prezzo” della neve. Infatti, dopo una fredda notte con minime circa identiche a mercoledì (-3.5°C in Osservatorio, -7.2°C al Campus di Ingegneria), lo scorrimento di aria solo relativamente più mite in quota ha coperto il cielo di nubi, facendo cadere abbondanti fiocchi di neve anche nel Modenese.

“Il peggioramento – secondo le analisi effettuate dai meteorologi dell’Osservatorio Geofisico universitario del Dipartimento di Ingegneria dei Materiali e dell’Ambiente – è causato da un vortice freddo retrogrado proveniente dalla penisola scandinava, che si dirige verso quella iberica, attivando un richiamo di correnti sudoccidentali in quota e da sudest al suolo. L’aria fredda affluita nei giorni scorsi offrirà così un , su cui scorrerà l’aria più mite dello scirocco, che però da domani (venerdì 27 gennaio) inizierà a erodere lo strato freddo e concentrerà le nevicate più abbondanti sull’Italia nord occidentale”.

Le previsioni indicano, pertanto, per oggi (giovedì 26 gennaio) nevicate deboli o moderate a Modena e Reggio Emilia, con neve molto asciutta e farinosa anche in pianura. A Modena cadranno intorno a 10 cm fino a sera; a Reggio Emilia una coltre un po’ più spessa, intorno a 15 cm. nello stesso arco di tempo.

Venerdì 27 gennaio nelle nostre province le nevicate andranno attenuandosi, mantenendo un carattere di intermittenza, e a partire dal pomeriggio si assisterà ad un improvviso balzo del limite neve a 800-1200 m in Appennino, mentre in pianura si assisterà alle ultime nevicate con passaggio a piovaschi. Le temperature indicano un rialzo, con valori ancora di –1°C al mattino in pianura, ma che raggiungeranno +4/+5°C durante la giornata.

Sabato 28 e domenica 29 gennaio saranno giornate grigie e umide, meno fredde (sui +1/+5°C in pianura e attorno allo zero a 1500 m), sebbene più fastidiose a causa dell’alta umidità. Saranno possibili piovaschi a bassa quota e nevischio sul crinale, dove potrebbe anche depositarsi sabbia desertica o fasi di “cielo rosso”. Infatti, dall’analisi di apposite “retrotraiettorie”, basate sul modello HYSPLYT 4, l’Osservatorio Geofisico universitario è in grado di stabilire da dove proviene l’aria di Modena e Reggio Emilia: se fino a ieri l’aria proveniva direttamente dalla Russia continentale e, prima ancora, da zone artiche, sabato è attesa aria dal Sahara Libico.

San Geminiano dalla Barba Bianca: un appuntamento che manca da 50 anni!
Poiché ci si avvicina a San Geminiano, che la tradizione vuole come “Santo dalla Barba Bianca” una curiosità meteorologica riguardante questa giornata: Sant’Antonio ha mantenuto fede alla tradizione, come pure avvenne nel 2001; San Geminiano, invece, continua a non rispettare l’appuntamento addirittura dal 1956, quando caddero 26.9 cm di neve, che sono anche la più abbondante nevicata conosciuta nel giorno del Patrono di Modena. Prima di allora sono state16 le volte che il 31 gennaio è stato nevoso. Numerose, invece, le nevicate nei giorni immediatamente precedenti, come quest’anno ed anche il 2004 (7.5 cm fra il 25 e il 27 gennaio). Il San Geminiano più freddo fu nel 1963 quando i termometri della stazione dell’Osservatorio Geofisico universitario di Modena scesero a –11°C; il più mite fu nel 1936 con +11.6°C di massima. Lo scorso anno il tempo – si ricorda – è stato buono, con mattina fredda (-1.9°C in città) e pomeriggio lievemente mitigato dal sole con massima a +6.4°C.

“E’ ancora presto, per ora, per azzardare una previsione sufficientemente attendibile – chiariscono al riguardo Luca Lombroso e Salvatore Quattrocchi -, ma le speranze di neve a Modena per il giorno 31 gennaio appaiono al momento piuttosto basse. Previsioni più dettagliate per la Festa di San Geminiano, Patrono di Modena, potranno essere formulate solo un po’ più avanti”.