Il Comune di Fiorano Modenese ribadisce l’impegno “Per non dimenticare” e
nella ricorrenza del “Giorno della Memoria”, ha organizzato per le
scolaresche lo spettacolo teatrale “Il canto di Marta”, andato in scena nei
giorni scorsi e, questa mattina, nel foyer del Teatro Astoria, alla
presenza di autorità e rappresentanti delle associazioni fioranesi, il
sindaco Claudio Pistoni ha inaugurato la mostra “60° giornata alla memoria
dell’Olocausto” dell’Associazione Arte e Cultura.

La mostra rimarrà aperta
il sabato e la domenica fino al 5 febbraio, dalle ore 10 alle 12 e dalle 16
alle 18.30. Inizia un cammino di riflessione che proseguirà in febbraio
con la commemorazione dell’eccidio di 5 partigiani, avvenuta per
rappresaglia ad opera dei Tedeschi la notte del 15 febbraio 1945 nella
piazza Ciro Menotti e raggiungerà il suo apice con le celebrazioni del 25
aprile per festeggiare Liberazione, il ritorno della democrazia e il 60°
anniversario del suffragio universale. Nelle breve cerimonia di
inaugurazione della mostra, presenti le associazioni ex combattentistiche e
i rappresentanti delle associazioni culturali, sociali e sportive, sono
intervenuti il sindaco Claudio Pistoni, il presidente dell’Associazione
Arte e Cultura Antonella Pecoraro, l’architetto Domenico Iacaruso.
Anche la comunità fioranese visse un capitolo della discriminazione contro
gli Ebrei. Vittorio Guastalla e la madre Ada Finzi furono costretti a
fuggire in Svizzera e la loro residenza, la bella Villa Clotilde oggi
proprietà di Emilceramica, fu sequestrata dalla Repubblica Sociale Italiana
e occupata dai Tedeschi nel 1944. Vittorio Guastalla, tornato a Fiorano con
la Liberazione, diventerà il suo primo sindaco. Nel 1939 viene comunicato
all’autorità giudiziaria che la signora Ada Finzi, vedova del possidente
fioranese Angelo Guastalla, “appartiene alla razza ebraica”, nota che
comparirà sull’atto di nascita e che comporta le discriminazioni e le
persecuzioni che seguiranno. Nel 1944 il capo della Provincia di Modena
emette un decreto di sequestro delle aziende agricole, dei poderi e della
villa di Vittorio Guastalla e di Ada Finzi.
Oggi, sessant’anni dopo, la villa è divenuta sede di una importante
raccolta di ceramiche e testimonia il nostro passato; le due strutture di
servizio all’azienda agricola sono oggi di proprietà comunale, destinate
alle arti. In particolare una è sede dell’associazione Arte e Cultura che
ha portato la sua riflessione, espressa con i pennelli, sul dramma
dell’Olocausto.