Infortuni sul lavoro in calo anche se resta molto da fare. E’ emerso dal convegno sulla sicurezza del lavoro e le malattie professionali, promosso dal Tavolo di coordinamento della Provincia di Modena e dall’ Azienda Usl, sulla base dell’analisi dei dati dell’Inail, l’Istituto nazionale assicurazioni infortuni sul lavoro, aggiornati al 31 ottobre del 2005.


Nell’industria e servizi il numero di infortuni, aumentato tra il 1999 e il 2001 fino a 26.783, si poi ridotto negli anni successivi sia in provincia di Modena (23.712 nel 2004, con una riduzione dell’11,5 per cento) che a livello nazionale (meno 5,6 per cento tra il 2001 e il 2004), mentre i dati regionali mostrano una sostanziale stabilità del fenomeno (meno 0,3 per cento).

Gli incidenti mortali, a Modena, nei cinque anni considerati (2000-2004), sono stati 97 di cui 50 costituiti da infortuni mortali cosiddetti in itinere (nel tragitto casa-lavoro-casa) e stradali in genere (ad esempio i camionisti) e 47 effettivamente accaduti in occasione e nei luoghi di lavoro. La maggior parte di questi ultimi sono avvenuti in edilizia (21) e in agricoltura (16) soprattutto per “cadute dall’alto” (12 casi) e “ribaltamento di trattore” (cinque casi). Nel 2000 gli infortuni mortali sono stati 21, 21 anche nel 2001, 20 nel 2002, 21 nel 2003 e 14 nel 2004.

Pur mostrando alcuni segnali positivi, per Fabrizio Righi, assessore provinciale al Lavoro, i dati “ci confermano che nell’applicazione delle normative della sicurezza occorre innovare e affinare sempre più le strategie di intervento e aumentare i controlli. La nuova legge regionale sul lavoro, ma anche il recente Patto territoriale, assegnano alla Provincia un ruolo di stimolo nel promuovere la cultura della sicurezza”.

I settori a maggior frequenza infortunistica sono, in ordine decrescente, il minerario-ceramico, le lavorazioni agricole industriali, macelli e alimenti, le lavorazioni del legno e l’edilizia mentre quelli a maggior gravità risultano essere il legno, l’edilizia, i trasporti, le lavorazioni agricole industriali e alimentari e il minerario-ceramico. Gli indici medi, a partire dal 94-96, mostrano una tendenza alla riduzione particolarmente marcata nei settori tradizionalmente considerati a maggior rischio, dove si sono anche più concentrate le attività di prevenzione e di repressione.

La provincia di Modena, confrontata con le altre province della regione, si colloca al settimo posto per frequenza infortunistica e all’ ottavo per gravità, mentre, su base nazionale, si classifica 23ª per gli infortuni lievi (con sola inabilità temporanea), 79ª per quelli più gravi (comprendenti tra le conseguenze anche il riconoscimento di invalidità permanenti) e 89ª per gli infortuni mortali.