Una caldaia alimentata con il granoturco che può comodamente riscaldare un appartamento di medie dimensioni è una delle più curiose innovazioni nate per affrontare la crisi del gas proveniente dalla Russia e combattere il freddo e il gelo.

Lo rende noto la Coldiretti nel sottolineare che le coltivazioni e il riciclaggio dei prodotti naturali sono utili per produrre energia rinnovabile in grado di generare un circolo virtuoso che concilia il rispetto dell’uso corretto e non intensivo delle risorse ambientali con l’esigenza di ridurre l’inquinamento atmosferico come previsto dal protocollo di Kyoto.

Per riscaldare un appartamento di cento metri quadri occorre rifornire la speciale caldaia con circa trenta chili di chicchi di granoturco al giorno e va considerato che un ettaro di terreno produce tra i 7500 e i 10000 chili di granoturco. Il costo del particolare “carburante naturale” – sottolinea la Coldiretti – è di circa 13-15 centesimi al chilo e, nonostante la necessità di integrarlo con pellet (trucioli di legno) sopratutto nella fase di accensione, consente secondo i tecnici un risparmio del 50-60% rispetto al gasolio o al metano, contribuendo peraltro a ridurre l’emissione di gas ad effetto serra.

Le tipologie più comuni di caldaie presentano potenze utili che vanno da 18000 a 25000 kcalorie/ora, una altezza di 160 centimetri e sono dotate di un contenitore affiancato che permette di introdurre il granoturco in modo del tutto automatico ed i residui della combustione non vanno sprecati perché possono rappresentare un ottimo concime naturale per orti e giardini.