“L’accordo siglato a Bruxelles sulla riforma dell’Ocm zucchero ha messo in ginocchio la bieticoltura emiliano romagnola: è la drammatica conseguenza della trattativa portata avanti dal Dicastero agricolo in sede comunitaria”.

E’ il commento di Nazario Battelli, presidente della Cia Emilia Romagna a seguito della definitiva chiusura di sei zuccherifici nella Regione e il conseguente disinvestimento ‘forzato’ in superfici destinate a barbabietole da zucchero. Una bieticoltura dimezzata con perdite di reddito consistenti che disincentivano la coltura tra i produttori.

“Questo è il periodo delle semine – spiega Battelli – ma in questo clima di incertezza anche i coltivatori non sanno che fare. Nei giorni scorsi fra le associazioni bieticole e le industrie saccarifere è stata raggiunta un’intesa sul prezzo bietole della campagna 2005 mentre si sta cercando una soluzione per poter produrre tutta la quota 2006 (già decurtata del 50%), peraltro messa in discussione a causa delle eccedenze della campagna scorsa.
“Ricordo che lo scorso anno erano diciannove le fabbriche attive e che queste hanno prodotto il triplo del quantitativo “rimasto” per il 2006 – commenta Battelli – ed è facile intuire le difficoltà a cui andrà incontro la commissione che deve definire le regole per le imminenti semine”. In Emilia Romagna resteranno 3 stabilimenti: (su nove), ovvero San Quirico a Parma e Minerbio (Bologna) mentre la società Sfir non ha ancora indicato quale stabilimento di proprietà dovrà tenere in vita, ossia quello di Pontelagoscuro (Ferrara) oppure quello di San Pietro in Casale (Bologna).

“Gli agricoltori hanno già pagato un caro prezzo e non intendono essere gravati da ulteriori costi derivanti dal trasporto delle bietole in stabilimenti lontani dalle aree produttive – insiste Battelli – purtroppo resta sguarnito il polo romagnolo che resta senza una struttura di trasformazione di riferimento”.

Intanto è stata fatta una richiesta unitaria al ministro Alemanno per il mantenimento in attività di un altro zuccherificio oltre ai sei già individuati. Le linee-guida dell’accordo interprofessionale permettono di pagare il saldo della campagna 2005 e danno una soluzione al problema del riporto nel 2006 dell’eccedenza dell’anno precedente.

“Una richiesta -afferma Battelli – tesa a mantenere l’attività di un altro questo stabilimento per la campagna 2006-2007, reperendo appropriate risorse finanziarie per consentire l’equilibrio economico e gestionale dello zuccherificio. Un’operazione del genere -continua – potrebbe permettere di conseguire importanti obiettivi, quali un’applicazione meno traumatica della nuova Ocm, una più razionale programmazione dei bacini produttivi, una migliore gestione della campagna di raccolta e di trasformazione delle bietole, una maggiore elasticità e più ampi spazi di manovra nell’implementazione del piano di ristrutturazione.

Per quanto riguarda le linee-guida dell’accordo tra associazioni bieticole e industrie (sottoscritto l’8 febbraio scorso), la Cia sottolinea che esso, pur in presenza di un quadro carico di nubi e di grandi incongruenze, consente il pagamento del saldo della campagna 2005 e una soluzione al problema del riporto nel 2006 delle eccedenze dell’anno precedente.

“Lo stato dello zucchero italiano -conclude la Battelli- resta, comunque, preoccupante e nuove ombre si addensano sul suo futuro. Da qui l’esigenza di individuare le politiche necessarie per evitare un tracollo che avrebbe conseguenze disastrose con pesanti ricadute sull’attività delle imprese agricole e sull’occupazione”.