“Dal primo luglio 2006 i produttori di carburanti diesel e di benzina sono obbligati ad immettere al consumo biocarburanti di origine agricola” “in misura pari all’1 per cento” che “è incrementata di un punto per ogni anno, fino al 2010”. Lo rende noto con soddisfazione il presidente della Coldiretti Paolo Bedoni nel riferire gli interventi nel settore agroenergetico, fortemente sostenuti dall’organizzazione degli imprenditori agricoli, previsti nel decreto legge agricoltura approvato dal Senato.

Finalmente – sottolinea – in tutti i mezzi di trasporto alimentati a gasolio o a benzina sarà presente una percentuale minima vincolata di biocarburante ottenuto dalle coltivazioni agricole, in proporzione crescente nel tempo. Con l’auspicata approvazione definitiva del provvedimento prima della fine della legislatura l’Italia – sostiene Bedoni – può cogliere una opportunità che concilia le esigenze di ridurre l’inquinamento ambientale previste dal protocollo di Kyoto con la necessità di trovare fonti energetiche alternative al gas e al petrolio.

Si tratta di un determinate passo in avanti per rispettare l’obiettivo fissato dall’Unione europea di utilizzare i biocarburanti per sostituire entro il 2010 il 5,75 per cento dei carburanti derivanti dal petrolio utilizzati per i trasporti. I biocarburanti derivano dalle coltivazioni agricole che l’agricoltura italiana produce in abbondanza e in particolare il bioetanolo – spiega la Coldiretti – viene prodotto tramite processi di fermentazione e distillazione di materiali zuccherini, amidacei o sottoprodotti come cereali, barbabietola da zucchero e prodotti della distillazione del vino, mentre il biodiesel deriva dall’esterificazione degli oli vegetali ottenuti da colture come il colza e il girasole.

Con il biodiesel è possibile ridurre dell’80 per cento le emissioni di idrocarburi e policiclici aromatici e del 50 per cento quelli di particolato e polveri sottili mentre con il bioetanolo si riducono le emissioni di idrocarburi aromatici come il benzene del 50% e di oltre il 70% anidride solforosa mentre cali più contenuti si hanno anche per il particolato e per le polveri sottili. Non sono solo le coltivazioni però ad essere chiamate in aiuto all’emergenza energetica e il provvedimento – continua la Coldiretti – prevede anche che “il gestore della rete di trasmissione nazionale assicura la precedenza, per una quota annuale fino al 30 per cento, all’energia elettrica prodotta da biomasse o da biogas” ottenuto dai reflui e dalle deiezioni degli allevamenti e che viene equiparato al gas normale.

La fornitura di energia pulita dai campi – precisa la Coldiretti – viene condizionata alla stipulazione di intese di filiera, accordi quadro o di un contratto di programma e alla garanzia di tracciabilità necessaria a ricostruire il percorso del biocarburante attraverso tutte le fasi della produzione, trasformazione e distribuzione con particolare riferimento all’origine del prodotto agricolo utilizzato. La sottoscrizione di un contratto costituisce peraltro – sostiene la Coldiretti – titolo preferenziale nei contratti di fornitura dei biocarburanti per il trasporto ed il riscaldamento pubblici.

L’incorporazione obbligatoria di biocarburanti nei serbatoi può essere soddisfatta dalle coltivazioni nazionali e secondo una analisi della Coldiretti nel solo primo anno di applicazione è necessario destinare a coltivazioni energetiche 273mila ettari di terreno per produrre le oltre 392mila tonnellate di biocarburanti, che peraltro sono destinate a moltiplicarsi negli anni successivi per arrivare a quasi un milione e 400mila ettari nel 2010.