Con lettera del 14 febbraio la Commissione Europea ha scritto all’Italia per sostenere che “dopo l’esame delle informazioni trasmesse sembra che le misure previste non siano compatibili con il mercato comune, in particolare sembrano configurare aiuti al funzionamento delle imprese beneficiarie” e chiede spiegazioni “entro venti giorni lavorativi”.

Lo rende noto con preoccupazione la Coldiretti che in occasione dell’incontro del Tavolo agroalimentare, al quale partecipa il presidente nazionale Paolo Bedoni, scende in piazza con gli allevatori a Roma davanti a Palazzo Chigi a sostegno del piano per battere la crisi e la psicosi che ha fatto crollare i consumi.
Per la Coldiretti è grave a livello europeo la sottovalutazione di un’emergenza che ha profondi risvolti di natura economica, sociale e politica che non possono essere considerati di ordinaria amministrazione.

L’Unione Europea contesta in particolare – spiega la Coldiretti – l’articolo 5 della legge n. 244/2005 che autorizza AGEA ad acquistare 17.000 tonnellate di carne avicola surgelata e altri prodotti avicoli freschi da destinare ad aiuti alimentari, prevede a favore degli operatori del settore avicolo la sospensione/differimento dei tributi, la sospensione/differimento dei contributi sociali e previdenziali e la sospensione dei pagamenti delle rate delle operazioni creditizie e di finanziamento e, infine, la concessione di contributi per l’accensione di mutui per la riconversione e la ristrutturazione delle imprese coinvolte nell’emergenza della filiera avicola.

L’Unione Europea – continua la Coldiretti – ha già messo sotto accusa anche le norme nazionali che impongono l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza del pollame e dei suoi derivati poiché le ritiene non conformi alla legislazione comunitaria. Nella nota comunitaria – riferisce la Coldiretti – si arriva addirittura a sostenere che “nessun elemento indica che i consumatori italiani sarebbero indotti in errore senza la presenza dell’indicazione di origine della carne avicola” mentre è chiaro che l’etichetta di provenienza è un elemento di trasparenza che garantisce la rintracciabilità delle produzioni, una maggiore efficienza dei controlli e la libertà di scelta dei consumatori. L’etichetta “Made in Italy” – conclude la Coldiretti – è obbligatoria in Italia dal 17 ottobre secondo l’ordinanza del 26 agosto 2005 del Ministero della Salute.