L’agenzia internazionale Standard and Poor’s ha confermato oggi il rating a lungo termine “AA-” alla Regione Emilia-Romagna. Il rating rispecchia il debito finanziario residuo moderato della Regione e i risultati finanziari solidi con un saldo netto da finanziare molto contenuto.

Il rating riflette inoltre l’aumento dei debiti commerciali delle Aziende Sanitarie Regionali, dovuto al ritardo rilevante registrato nell’erogazione dei trasferimenti statali e la pressione crescente sulla flessibilità finanziaria dal lato delle entrate, per coprire i disavanzi sanitari futuri. Il rating e le prospettive della Regione – dice la valutazione di S&P – continueranno ad essere delimitati da quelli della Repubblica Italiana, fin quando lo Stato continuerà a limitare l’autonomia gestionale e finanziaria delle Regioni. Sulla base delle cifre di pre-consuntivo 2005, i risultati finanziari della Regione Emilia-Romagna si collocano al di sopra della media registrata negli ultimi anni sia in termini di margine corrente che in termini di saldo netto da finanziare.

“Un’ulteriore valutazione positiva che è anche una conferma del buon lavoro svolto – dichiara il presidente della Regione, Vasco Errani -, e che dimostra ancora una volta come sviluppo economico e sociale possano essere sinonimo di buona finanza, anche a fronte di una gestione nazionale dei conti pubblici che, come rileva Standard & Poor’s, invece che aiutare limita le nostre potenzialità”.
“Questo autorevole riconoscimento – commenta l’assessore alle Finanze, Flavio Delbono – è una conferma della solidità finanziaria della Regione Emilia-Romagna: purtroppo anche questa volta la nostra pagella è condizionata dalla pagella dello Stato. Per quanto riguarda la situazione delle Aziende Sanitarie, proprio ieri abbiamo dato una risposta varando una manovra da oltre 1 miliardo di euro”.

Per i prossimi due anni – continua S&P – si prevede un leggero deterioramento di tali margini, con un ritorno a dei livelli pari alla media (peraltro solida) registrata negli anni precedenti il 2005, per via della riduzione della crescita del fondo sanitario nazionale e della difficoltà nel contenere la spesa sanitaria, nonostante una gestione oculata dei costi.

Il fabbisogno di finanziamento dovrebbe rimanere contenuto nei prossimi anni. La spesa in conto capitale si attesterebbe a circa 2.2 miliardi di euro sul triennio 2006-08, di cui la maggior parte sarebbe auto-finanziata dalla Regione mantenendo il debito ad un livello moderato, collocandosi sotto il 25% delle entrate correnti.
La spesa sanitaria, come per la maggior parte delle Regioni italiane, continua a pesare in modo importante sulla performance finanziaria di parte corrente.
Le prospettive negative – dice ancora l’agenzia – riflettono quelle associate al rating della Repubblica Italiana, che a loro volta rispecchiano il rischio di deterioramento delle finanze pubbliche, in un contesto di crescita economica modesta e di minori vincoli per i paesi membri virtuosi, a seguito della modifica del patto di stabilità e crescita. Le prospettive per l’Italia potrebbero essere riviste a stabili nel caso in cui il governo italiano adottasse misure strutturali tali da assicurare la riduzione significativa e sostenibile del rapporto debito/Pil (che comprende l’amministrazione centrale e gli enti territoriali). In caso contrario, il rating della Repubblica Italiana e, di conseguenza della Regione Emilia-Romagna, potrebbero essere declassati nell’arco di 18 mesi in assenza di una strategia coerente di riduzione del debito dopo le elezioni generali del 2006.