Sette persone sono state arrestate in queste ore dalla Polizia con l’accusa di aver rapinato, il 29 settembre scorso, un furgone portavalori della società ‘Coopservice’.

Il colpo, portato a termine con fucili mitragliatori, a canne mozze, pistole e fumogeni, aveva fruttato 5 milioni e 700 mila euro.

Le indagini, coordinate dalla direzione centrale anticrimine della Polizia, hanno permesso di scoprire che il gruppo criminale operava tra Modena e Napoli, per questo all’operazione stanno prendendo parte anche le Squadre mobili delle questure di Napoli e Reggio Emilia e i Reparti prevenzione crimine di Campania ed Emilia Romagna.



Sui responsabili della rapina gravano anche le accuse di incendio doloso, ricettazione, usurpazione di pubblica funzione, lesioni personali, detenzione e porto illegale di armi, simulazione di reato e blocco stradale.

Nel corso delle indagini si sono progressivamente delineati i ruoli di tutti i soggetti che a vario titolo sono entrati a far parte della banda. In particolare, Giuseppe Orlando, 36 anni, di Napoli, residente a Mirandola e pregiudicato, quale vertice dell’organizzazione e membro operativo del gruppo di fuoco.


E ancora, Michele Capasso, 43 anni di terzigno in provincia di napoli, anch’egli al vertice dell’organizzazione con funzioni direttive; Antonio Orlando, 54 anni di San Giorgio a Cremano (Na), pregiudicato e reclutatore; Eduardo Somma, 32 anni di Napoli, membro operativo del gruppo di fuoco ed esperto di furti autoveicoli con sostituzione della centralina elettronica. E’ il soggetto che ha rubato le due Fiat Punto ed il Fiat Doblo’ insieme a La Barbera; Giuseppe La Barbera, di 26 anni, pregiudicato e membro operativo del gruppo di fuoco, coautore dei furti e deputato al reperimento e manutenzione delle armi; Giuseppe Russo, 35 anni diTorre del Greco (Na), guardia particolare giurata, custode del denaro. Infine Michele Vitiello, 37 anni di Torre del Greco (Na), guardia particolare giurata che ha fornito informazioni sulla quantita’ di denaro trasportato; ha collocato il fumogeno sotto il sedile del furgone; ne ha provocato l’accensione e ha fornito indicazioni sugli orari e sul tragitto del furgone.



Le attivita’ di indagine hanno consentito poi di ricostruire la precisa dinamica della rapine, i ruoli e le responsabilita’ dei singoli. Raccolti tutti gli elementi di prova, il pm Casari richiedeva ed otteneva dal Gip Alberto Ziroldi i provvedimenti cautelari personali restrittivi a carico di tutti i componenti il gruppo.