Un Piano straordinario per ridurre il numero di ungulati nelle zone montane a difesa dei territori dove sono presenti coltivazioni agricole di pregio. Lo ha annunciato il presidente della Provincia di Modena Emilio Sabattini incontrando, insieme al vicepresidente Maurizio Maletti e agli assessori Alberto Caldana (Ambiente) e Graziano Poggioli (Agricoltura), alcuni rappresentanti delle associazioni agricole.

Il Piano, discusso in giunta, nasce proprio dall’esigenza di risolvere il problema dei pesanti danni arrecati alle coltivazioni e prevede azioni di controllo numerico, cioè l’abbattimento di capi, in tutte le aree del territorio individuato nei comuni di Guiglia, Zocca, Montese, Pavullo, Fanano, Serra, Palagano, Prignano e Polinago, comprese le zone di protezione della fauna (Zrc e oasi), le strutture territoriali di iniziativa privata (aziende venatorie, zone e campi per l’addestramento e l’allenamento e le gare dei cani), gli Atc e anche il Parco regionale dei Sassi di Roccamalatina e la Riserva naturale di Sassoguidano, concordando gli interventi con i responsabili dei due parchi.

“In questa fase procederemo con azioni a carattere sistematico – spiega l’assessore Caldana, che ha la delega per le Politiche faunistiche – e non più sulla base delle segnalazioni, utilizzando tutti i metodi che gli esperti considerano efficaci per ottenere nel più breve tempo possibile risultati concreti che ci facciano uscire dall’emergenza, in vista della definizione di un Piano strutturale”.

L’intervento straordinario sarà coordinato dal corpo di Polizia provinciale che si avvarrà, come previsto dalle norme, di tutti i cacciatori di ungulati con metodi selettivi (i cosiddetti “selecontrollori”) e dei coadiutori qualificati. Sarà poi la Polizia provinciale a valutarne l’efficacia e l’affidabilità.

I metodi di intervento saranno quelli del tiro da altana (anche con pasturizzazione per richiamare le prede), del tiro notturno con fonte luminosa, delle trappole autoscattanti e della girata con squadre di quattro-otto cacciatori. Non è previsto, invece, l’utilizzo della braccata, che coinvolge almeno venti cacciatori, per precauzione rispetto all’incolumità delle persone e per il disturbo che si arreca alle altre specie di animali. Gli ungulati abbattuti durante le svolgimento del Piano straordinario, come incentivo rimarranno nella disponibilità dei cacciatori che li hanno prelevati ai quali spetterà destinarne metà ai proprietari dei fondi che ne faranno richiesta.