“Nel periodo 1995-2005 nella nostra provincia ci sono stati 791 casi di tubercolosi, di cui 356 (45%) hanno riguardato la popolazione ultra sessantenne e 245 (31%) stranieri. Un primo aumento si è verificato negli anni ’95-’98, tra il ’ 98 e il ’03 vi è stato un assestamento su valori costanti e nel ’04 e ’05 un decremento che ha portato i tassi provinciali a riallinearsi a quelli regionali. Nel decennio 1995-2005, inoltre, a Modena si sono verificati in media 26 casi l’anno, di cui 10 a carico di persone immigrate e 4 di ospiti di strutture residenziali per anziani”.

“I motivi di questi aumenti possono essere riassunti in una maggiore attenzione da parte dei clinici alla ricerca dei casi di TBC ed alla loro segnalazione, ma anche in un incremento della circolazione di ammalati dovuto principalmente al fenomeno dell’immigrazione, oltre che nell’invecchiamento della popolazione con aumento di malattie debilitanti e una diffusione di malattie immunodepressive”.

I dati sono stati illustrati in Consiglio comunale dal sindaco di Modena Giorgio Pighi, in risposta ad un’interrogazione con cui Mauro Manfredini (Lega Nord) ricordava che nel corso di un convegno organizzato lo scorso 28 gennaio presso il Policlinico era emerso l’incremento dei casi di tubercolosi, in particolare tra le persone immigrate, i soggetti anziani ed immunodepressi.
Nell’interrogazione Manfredini chiedeva quindi la conferma dei dati del convegno e in che modo la Giunta intendesse “adoperarsi per tutelare la salute dei cittadini modenesi”, chiedendo anche se si fossero registrati casi di tubercolosi tra la popolazione immigrata e nelle strutture del Comune che ospitano anziani.

Il sindaco ha spiegato che la tubercolosi “ha dimensioni assai ridotte nella nostra realtà, ma occorre adoperarsi per tenerla comunque sotto controllo e prestarle una particolare attenzione in modo da non permetterne una diffusione, specialmente in considerazione che quei gruppi di popolazione a maggior rischio sopraccitati sono spesso numericamente in aumento nel nostro territorio”.
Pighi ha quindi ricordato che le Aziende Sanitarie hanno messo in campo una serie di azioni organizzative, a cominciare dalla “realizzazione del dispensario funzionale, dopo la chiusura del Dispensario Antitubercolare” e “l’istituzione di un gruppo provinciale di coordinamento con compiti di sorveglianza”.
Sul fronte operativo, inoltre, saranno assicurate le radiografie agli anziani in vista del loro ingresso in una struttura protetta e si offrirà la possibilità di accertamenti per lo screening di infezione agli immigrati provenienti da paesi ad elevata endemia tubercolare, con l’indicazione di sottoporre i bambini provenienti da paesi endemici, quando si sottopongono alle normali vaccinazioni, anche a screening tubercolotico.

Il sindaco ha anche messo in evidenza una serie di interventi informativi, educativi e formativi diretti in particolare agli immigrati, in collaborazione con il Centro Stranieri e il Cpt, anche attraverso la predisposizione di materiale informativo, ricordando che il problema della lotta alla TBC era stato affrontato anche al momento della predisposizione ed approvazione del programma di Azioni sulle Patologie Prevalenti del Piano per la Salute del Comune di Modena: ”Mi sembra di poter affermare che la situazione sia pienamente sotto controllo – ha concluso Pighi – e che non esistano allarmi di una ripresa di tale malattia nel nostro territorio e che siano operanti e adeguati gli interventi posti in essere per prevenire, controllare ed affrontare eventuali contagi”.

Manfredini ha replicato sottolineando l’impressione che “rimangono delle ombre sul fatto che alcuni trattamenti non vengono fatti per niente. Il sindaco sarebbe obbligato a fare certi trattamenti, lo prevede la sua carica. Ci sono rischi seri per gli operatori che non sono protetti da mascherine. Mi pare che si prenda questo fatto con molta leggerezza. Ci sono documenti che dicono che i casi ci sono e che certe azioni di tutela non vengono fatte. Come mai? Sono costose? Ma la vita di una persona, anche se anziana, vale più della spesa di uno screening. Auspico che lei si attivi in modo che queste azioni vengano fatte, soprattutto per operatori delle strutture protette, che sono sempre a rischio di contagio. Avrei voluto sentir dire che ci sono casi di Tbc e che da adesso in avanti si faranno le azioni previste dalla legge.
“Se non si farà così, ritengo grave questo comportamento e saremo costretti a rivolgerci all’assessore regionale alla sanità”. Il sindaco ha rassicurato Manfredini che “i livelli delle prestazioni epidemiologiche sono riferiti al mandato del Ministero della Salute e hanno i propri referenti negli assessorati regionali. Il Sindaco può intervenire solo di fronte a catastrofi, quando si ponga un caso di assoluta emergenza, attraverso l’emanazione di ordinanze. Questo è l’ambito. Quindi i provvedimenti devono essere adottati dalle autorità che ne hanno competenza”.