Il Comitato Direttivo della Cgil di Modena, riunito in data 21 marzo, esprime, così come contenuto nell’ordine del Giorno approvato al Congresso
nazionale Cgil il 4 marzo, forte preoccupazione per i fatti di Sassuolo e per le strumentalizzazioni successivamente messe in atto da parte di alcune forze politiche.


Per la Cgil problemi così complessi non si risolvono con l’odio e l’intolleranza verso le persone provenienti da altri paesi, ma attraverso
la ricerca di effettivi strumenti d’integrazione con l’obiettivo di evitare il rischio di fratture della società civile come, purtroppo, gli ultimi
episodi stanno a dimostrare.
L’impegno della Cgil è di lavorare per allargare l’integrazione e la partecipazione dei nuovi cittadini isolando chi delinque, chi spaccia e i violenti.
D’altronde non può essere diversamente in un territorio in cui sono circa 8.000 i nuovi cittadini, di cui oltre 4.000 a Sassuolo con la presenza di
78 diverse nazionalità.

La Cgil ribadisce la contrarietà a qualsiasi forma di violenza da parte di chiunque. Le leggi e le regole devono essere uguali per tutti e da tutti
rispettate.
Ciò richiede anche il rafforzamento degli organici di polizia, la dotazione di mezzi e strumenti per permettere di dare sicurezza ai cittadini italiani
e stranieri, attraverso l’effettiva tutela e prevenzione sul territorio. Richieste, queste, ribadite più volte sia dalla Cgil sia dal Silp.
Questi interventi, purtroppo, non sono stati la priorità di questo Governo, mentre la Bossi-Fini al contrario ha contribuito ad allargare il fenomeno
del lavoro nero e della clandestinità.
Gli episodi di questi giorni – secondo Cgil – sono l’ennesima conferma del fallimento del Governo anche sulle politiche per la sicurezza.
Per la Cgil bisogna tenere nettamente separati i problemi di microcriminalità e spaccio, che vanno circoscritti a chi li compie, siano essi stranieri o italiani, sapendo che la maggior parte degli immigrati si sente a tutti gli effetti cittadini e contribuisce con il proprio lavoro alle esigenze delle imprese, facendosi carico, quasi sempre, dei lavori più pesanti, poco qualificati e anche meno pagati.
Inoltre spesso gli immigrati subiscono il ricatto di finire nella clandestinità perché assunti con le norme della legge 30 o come soci di cooperative illegali.

Per questi motivi vanno respinti i tentativi di instaurare un clima di separazione tra vecchi e nuovi residenti e i tentativi di rappresentare
Sassuolo come città violenta, tanto da ridurre il problema a mera e inaccettabile questione di ordine pubblico.
Per questo motivo la Cgil, insieme a Cisl e Uil affronterà nell’attivo unitario dei delegati convocato a Sassuolo il 4 aprile, i temi della
qualità dello sviluppo, dell’integrazione e della coesione sociale chiedendo alle istituzioni, alle associazioni imprenditoriali, alle forze
politiche, sociali e religiose atti coerenti che sappiano aggredire le ragioni del disagio e costruire, per tutti i cittadini sassolesi, condizioni più avanzate di convivenza civile, vivibilità del territorio e dignità sociale.

Per la CGIL è fondamentale dare dignità e rappresentanza sociale, a partire dal diritto di voto e dalla cancellazione della Bossi-Fini, a tutti i nuovi
cittadini che vivono nel territorio, che contribuiscono alla ricchezza e allo sviluppo e che sono totalmente estranei agli episodi di violenza e di
criminalità.
La Cgil reputa quindi necessario promuovere una capillare attività di confronto a partire dai luoghi di lavoro e di aggregazione sociale, e con chi si riconosce in questi valori necessari per costruire una prospettiva migliore per tutto il distretto sassolese.