E’ stato arrestato in Venezuela, dopo oltre un anno di latitanza, un imprenditore reggiano di 58 anni, Antonio Pirozzi, che aveva fatto perdere le proprie tracce dopo la sentenza definitiva di condanna a 21 anni di reclusione per l’omicidio della moglie Pierangela Vezzali, 51 anni, avvenuto nel 2000.

La cattura del latitante è stata resa possibile dal coordinamento internazionale delle indagini operato dal Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia della Direzione Centrale della Polizia Criminale, in collaborazione con la Stazione Carabinieri di Correggio (RE), che ha fornito all’omologo organismo venezuelano tutte le indicazioni utili alla localizzazione e identificazione del ricercato.
L’ uomo è stato localizzato a Puerto La Cruz, dove si era ‘stabilito’ dall’agosto dello scorso anno. Sono già state avviate le procedure di estradizione per l’Italia.

Il progetto di fuga di Antonio Pirozzi divenne realtà il giorno prima della sentenza in Cassazione. Le indagini scattarono il 10 febbraio 2005, quando ai Carabinieri di Correggio arrivò un nuovo ordine di carcerazione nei confronti dell’imprenditore, emesso dalla Procura Generale della Corte d’appello di Bologna in seguito al pronunciamento della Suprema Corte. Una pattuglia si recò in via Adani, davanti alla villa dove avvenne l’omicidio il 7 maggio 2000, ma Pirozzi non c’era, così come non era stato rintracciato due giorni prima, quando
era stato cercato proprio in vista della sentenza. In caserma l’uomo si era recato per l’ultima volta domenica 6 febbraio, per quell’obbligo di firma
a cui non si era mai sottratto. Era in possesso della carta d’identità ma non del passaporto, che gli era stato ritirato su richiesta del Pm Luca Guerzoni.

La sera del 7 maggio 2000 Pirozzi, ex agente della polizia stradale e poi titolare di una ditta di import-export nel settore abbigliamento, era in casa insieme alla moglie, impiegata in una ditta di abbigliamento, mentre i due figli erano fuori. L’uomo dichiarò che stava pulendo la pistola quando all’improvviso Pierangela Vezzali cade a terra, colpita da un proiettile partito dall’arma. La donna morì il giorno dopo. Pirozzi parlò di un incidente, ma nell’ottobre dello stesso anno una perizia sull’arma smontò questa ipotesi, e il Pm chiese ed ottenne l’arresto dopo una lunga battaglia legale.
Un anno dopo Pirozzi cambiò versione: ”Volevo uccidermi, lei ha sfiorato l’arma, ed è partito un colpo”, ma anche questa versione non trovò
conferme, tanto che nel 2002 l’imprenditore venne rinviato a giudizio per omicidio volontario aggravato.
Nel dicembre 2002 la Corte d’Assise condannò Pirozzi a 11 anni di carcere, mentre nel settembre 2004, in appello, la condanna venne quasi raddoppiata: 21 anni.
Il 9 febbraio 2005 la Cassazione respinse il ricorso e confermò la condanna a 21 anni di reclusione, ma quando il 10 febbraio i Carabinieri di Correggio andarono nella villa di Pirozzi per dare esecuzione alla
sentenza, lui era già scomparso.

Una fuga conclusa l’altra sera in Venezuela, dove l’uomo è stato bloccato in un appartamento che divideva con una donna. A quanto risulta Pirozzi, che era in possesso di documenti falsi, a Puerto de la Cruz aveva cercato di mettersi in affari con altri
italiani. Le indagini dei carabinieri, coordinati dal maresciallo Roberto Cesi, proseguono per individuare chi ha aiutato l’uomo nella sua fuga
all’estero.