“Allo stato il signor Paolo Onofri non ha nulla a che fare con il rapimento del figlio”. Lo ha detto oggi a Bologna, il procuratore capo Enrico Di Nicola, durante una conferenza stampa.

Secondo quanto ha spiegato il procuratore l’accusa di pedopornografia nei confronti di Paolo Onofri, non sarebbe stata dunque legata in alcuna maniera al rapimento del figlio. Si sarebbe trattato, cioè, soltanto di una ‘coincidenza’, di un ritrovamento fortuito nel corso di una indagine a 360 gradi. Del resto, lo stesso Di Nicola, ha confermato che “indagini di questo tipo coinvolgono tutti i soggetti che hanno a che fare con la vicenda”.


Indagini che lo stesso procuratore ha definito “molto approfondite”. Il ritrovamento di filmini pedopornografici nel pc di Paolo Onofri, dunque, è per Di Nicola da “considerarsi elemento separato dal sequestro di persona”. E’ un’occasione, cioè, che non ha nulla a che fare col sequestro”

Il ritardo nel far intervenire le forze dell’ordine? ”Me ne assumo ogni responsabilita”’. ha detto sempre il procuratore della Repubblica di Bologna, rispondendo ai cronisti che gli chiedevano perche’ fosse trascorso tanto tempo prima di far scattare il blitz. ”Mi interessava molto la vita dell’ostaggio”, ha aggiunto ancora Di Nicola, dopo aver ringraziato le forze dell’ordine per la dedizione al lavoro e l’abnegazione dimostrata in questo mese di indagini sul rapimento del piccolo Tommaso Onofri.
”Il fatto della morte e’ il
risultato piu’ negativo che ci potesse essere, anche se da noi non previsto”.

”In tanti anni di esperienza non ho mai sentito una tale pressione mediatica su un caso” ha affermato sempre il procuratore, ”d’ora in avanti -ha aggiunto- se un pubblico ufficiale dovesse rivelare particolari dell’indagine saranno presi seri provvedimenti”.

Sempre durante la conferenza stampa si è appreso che nel corso dell’indagine sul rapimento di Tommaso Onofri, “sono state svolte ventidue perquisizioni, nel corso delle quali è stata ritrovata la piantina di un luogo dove portare l’ostaggio e di un luogo dove sarebbe potuto avvenire il pagamento del riscatto”.