Parlando dei consumi delle famiglie, secondo l’analisi del centro studi Confcommercio, il 2006 prospetta una fase di contenuto miglioramento, anche se l’effetto sarà attenuato dalla necessità di spostare quote di consumi su beni e servizi energetici i cui prezzi sono in aumento.

In ogni caso le imprese si trovano ad operare in un contesto economico caratterizzato da stagnazione e domanda di consumi deboli. Questo ha determinato, da un lato la ricerca di canali di vendita con opportunità di risparmio, cui è corrisposta, per esempio, una crescita significativa del commercio su aree pubbliche (l’ambulantato) cresciuto, dal 2002 al 2005 del 26% su base nazionale. La crescita di questo canale comporta il risvolto di un controllo di una quota di abusivismo crescente che sottrae quote al mercato legale.

D’altra parte, la ricerca di nuovi assetti distributivi, ha confermato la tendenza all’incremento di nuovi competitori quali i factory outlet e una maggior presenza di imprese straniere. In effetti i gruppi esteri che operano nel nostro Paese, pur rappresentando solo lo 0,2% delle imprese, occupano ben il 16% del fatturato, rivelando una produttività determinata anche da maggiori capacità di investimento. La conseguenza è uno sforzo di tutti i competitori per occupare gli spazi di potenziale consumo a disposizione e, in questa corsa, la difficoltà del dettaglio di piccole dimensioni a tenere il passo.

Tolto dunque il settore ambulante, che come detto conosce una crescita, il resto del dettaglio su piccole superfici dirada la propria presenza, attenuando anche il presidio dei centri storici i quali rischiano di farne le spese in termini sia di organizzazione dei propri spazi, che di attrattività per cittadini e turisti.

Ascom Confcommercio ritiene pertanto sempre più necessaria una politica, nazionale e locale, mirata a favorire il permanere delle piccole e medie imprese sul mercato, con interventi rivolti al sostegno della nuova imprenditoria, alla formazione professionale, a favorire l’introduzione di nuova tecnologia per migliorare la gestione aziendale, a favorire le forme di associazionismo, nonchè a rendere più agevole, anche dal punto di vista urbanistico, gli insediamenti delle piccole e medie imprese, con questi compatibili, nei centri storici.