Sono 90 le località rivierasche e 52 gli approdi turistici che quest’estate potranno fregiarsi delle ‘bandiere blu’, simbolo di mare pulito e di servizi turistici di qualità. Ancora una volta, dunque, l’Italia si colloca al secondo posto fra i
paesi del Mediterraneo dopo la Spagna, con 104 bandiere e subito prima della Francia, al terzo posto con 89 vessilli nell’Edizione 2006 delle
Bandiere Blu assegnate dalla Foundation for Environmental Education (Fee).

Al top della classifica 2006 la Toscana che ha conquistato 14 bandiere, seguita dalla Liguria con 12 bandiere, dalle Marche con 11, dall’Abruzzo con 10. L’Emilia Romagna ha ottenuto 8 bandiere, la provincia di Salerno in Campania 7 bandiere; la Puglia 6; Calabria, Lazio e Veneto 4;
Sicilia 3, Friuli Venezia Giulia 2, Molise, Sardegna, Piemonte, Lombardia e Basilicata 1. Le località lacustri hanno conquistato 3 bandiere blu.

Le Bandiere Blu 2006 della Foundation for Environmental Education (Fee) assegnate in collaborazione con Cobat e Coou – Consorzi Obbligatori per la raccolta delle batterie e degli oli esausti – ai comuni rivieraschi ed agli approdi turistici sono state rese note, questa mattina, nel corso di una cerimonia. I due consorzi offrono la possibilità di depositare il proprio olio usato in strutture idonee ed accessibili, le ‘isole nel porto’, 59 strutture in 31 porti ai quali nel 2005 sono state conferite circa 250 tonnellate di olio lubrificante usato e 130 tonnellate di batterie esauste.

”Questi dati sono l’ulteriore conferma di un anno record con una raccolta complessiva di 213.037 tonnellate di olio usato e 200.000 tonnellate di batterie esauste” sottolineano al Cobat e al Coou.
”Dal 1992, anno di nascita del Consorzio, sono state recuperate più
di 2,5 milioni di tonnellate di batterie esauste. La raccolta di questo rifiuto, altamente pericoloso per l’ambiente” – ha detto Michele Zilla, Direttore Generale del Consorzio – ha permesso di tutelare l’enorme patrimonio paesaggistico, storico e culturale del nostro Paese, garantendo, sulle importazioni di piombo, una economicità per la nostra bilancia dei pagamenti”.