Alla prima “Mostra Scambio Città di Modena” si ritrovano collezionisti, costruttori e preparatori modenesi di auto e moto. La rassegna, in programma anche domani 14 maggio, rientra nella manifestazione Modena Terra di Motori.

Danilo Tavoni avrà 70 anni e riproduce a mano accessori e pezzi di ricambio per auto e moto, “repliche” le chiama e a chi gli chiede dove sono i modelli da cui trae spunto risponde portandosi l’indice sulla fronte: “E tutto qui, ho l’esperienza. E’ una vita che vivo tra i motori”. Tavoni è uno dei protagonisti della prima “Mostra Scambio Città di Modena”, la rassegna organizzata dal Club Moto d’epoca 2000 nell’ambito di “Modena Terra di Motori” che oggi e per tutta la giornata di domani 14 maggio, al Parco Novi Sad, raduna collezionisti di auto e moto d’epoca italiano.
Sotto la Ghirlandina si sono ritrovati oltre 100 espositori, provenienti da tutta Italia: stand e gazebo espongono manubri utilizzati quarant’anni fa, serbatoi, caschi, motori, telai, scocche, ma anche manualistica e pubblicazioni d’epoca, editoria specializzata e altre introvabili rarità. All’interno del palazzetto dello sport di viale Molza poi c’è un campione di quell’universo che ha contribuito a eleggere Modena a Capitale dei Motori: artigiani, meccanici, carrozzieri, elaboratori e piccoli costruttori che trasmettono nelle componenti che trattano passione e professionalità. Ecco Enrico Venturelli, un passato decennale in Lamborghini e Ferrari, che realizza su commissione qualunque cosa, parafanghi, carene, marmitte, in ferro o alluminio: “Il cliente viene da me con un motore e un’idea in testa o disegnata su foglio, e io gli costruisco in un mese e mezzo la moto che vuole”. Come un sarto che cuce pezzi di stoffa, lui assembla e salda metalli.


Collocate tra l’unico esemplare di moto Raimondi (anni ’20), le “Taurus” degli anni 30 e le “Maserati Moto” costruite dal 1950 al 1960 da Candele Maserati e Accumulatori, le “Mignon” degli anni ’20 di Vittorio Guerzoni stupiscono per l’eleganza assolutamente attuale: cambio a mano non invasivo, motore di cilindrata 125, catene, pedale per la messa in moto, serbatoio sotto la canna che è bassa per permettere alle signore di salirci con la gonna. Mentre per le competizioni sportive non si può non ammirare la “gloria di Modena” dice Alberto Miselli, che fa il chirurgo al Policlinico ed è tra i fondatori di Moto d’epoca Club 2000 di Modena, le moto da cross anni ’60 di Francesco Villa, “genio della meccanica”, invincibili e conosciute in tutto il mondo per la leggerezza e la velocità che le contraddistingue.


Tirate a lucido, al centro del Palazzetto campeggiano invece le Stanguellini, creature del grande costruttore modenese degli anni 50 e 60, circondate dai marchi di Horacio Pagani costruttore delle supercar con marchio Zonda, di Graziano Teggi, preparatore di molte Porsche da corsa degli anni ’80. Ma i motori a Modena non sono solo un pezzo di storia: quei discreti micromotori ora a riposo per esempio sono destinati ad aerei ultraleggeri costruiti ed esportati in tutto il mondo da Enzo Simonini e Art Engineering, leader mondiale del settore: “In Russia ne vendiamo 20 al giorno – dice – costano tra i 5mila e i 10mila euro l’uno”. Il fatturato si aggira sui tre milioni di euro.
La prima edizione della “Mostra Scambio Città di Modena” è a cura dal Club Moto d’epoca 2000 di Modena.

Il pubblico potrà visitarla anche domani domenica 14 maggio dalle 8 alle 18. Il prezzo del biglietto intero è di 6 euro, mentre il ridotto, riservato agli under 14 e gli over 65, costa 3 euro.