Il sequestro del piccolo Tommaso Onofri fu a scopo estorsivo e non per vendetta come pure e’ stato ipotizzato e non e’ escluso un allargamento della rosa dei responsabili. Anche se si tratta solo di una ipotesi, il Tribunale del riesame di Bologna comunque ha sottolineato che ”per quanto e’ dato conoscere, gli sviluppi investigativi offrono spunti di ipotetico allargamento della rosa dei responsabili delle gia’ contestate imputazioni”.


Resta da interpretare se poi l’allargamento, ipotetico, riguarda persone gia’ coinvolte nell’inchiesta, o altre.

Alessi – che secondo i giudici uccise da solo il bambino- aveva chiamato in causa anche Pasquale Barbera. Alessi nell’interrogatorio al Gip aveva spiegato che Barbera aveva motivi personali di risentimento e vendetta nei confronti del babbo di Tommaso. A proposito di Antonella Conserva il Tribunale ricorda l’episodio riferito da una testimone. Il 3 marzo, il giorno dopo il sequestro, una conoscente che ricevette la donna e Alessi, suo marito, racconto’ che lui appariva ”frastornato, pallido, molto stanco”, lei con ”un’espressione particolarmente tesa e un volto estremamente tirato, come se avesse pianto a lungo”.

La notizia che uno dei rapitori aveva lasciato la sua impronta sul nastro adesivo usato per legare i genitori di Tommaso arrivo’ solo giorni dopo il 3 marzo. Su chi ha ucciso Tommaso anche il tribunale ha pochi dubbi, malgrado Raimondi e Alessi si accusino a vicenda: ”quello prospettato dall’Alessi si palesa del tutto incredibile, per la manifesta inverosimiglianza e l’intima contraddittorieta”’.