“Segnale allarmante per le vendite al dettaglio che hanno registrato in marzo una variazione tendenziale al netto dell’inflazione, cioè in quantità, pari a –3,8%, la peggiore in assoluto dall’aprile del 2005”: questo il commento del Centro Studi di Confcommercio ai dati Istat sulle vendite al dettaglio nel mese di marzo.


“La flessione del fatturato – continua la nota – è determinata da un vero e proprio crollo sia nel comparto non alimentare (-4,0% tendenziale) sia nel segmento alimentare (-3,2% rispetto a marzo 2005).
Occorre però sottolineare che il confronto statistico è alterato dalla festività mobile della Pasqua, caduta a fine marzo nel 2005.


Inoltre, le famiglie appaiono impegnate su spese consistenti di beni durevoli, come le autovetture, la cui crescita in quantità è stata nel periodo gennaio-marzo del 9,2% rispetto allo stesso periodo del 2005, e come gli immobili. Si tratta, quindi, di quote rilevanti del reddito disponibile corrente, oltre che dei risparmi, che vengono destinate al pagamento dei mutui e che quindi lasciano un minor potere d’acquisto per le altre forme di consumo”.