La produzione (570, milioni di mq) registra una flessione (-3,26%); il rialzo nel prezzo medio (+4,73%) eroso dall’aumento dei costi. Oltre 100 milioni di metri quadrati prodotti nelle fabbriche estere riconducibili a gruppi industriali ceramici italiani. L’industria italiana delle piastrelle di ceramica registra una flessione di vendite e quantità prodotte e vendute, nel corso del 2005.


Il rialzo dei prezzi medi, sia sul mercato interno che su quelli internazionali, viene eroso dall’aumento nei costi dei fattori produttivi, soprattutto energia e trasporti. Censita per la prima volta l’internazionalizzazione produttiva, che evidenzia 101,2 milioni di metri quadrati prodotti ed un fatturato di 698,6 milioni di euro. Sono queste alcune delle evidenze che emergono dalla 26.a Indagine Statistica Nazionale sull’Industria Italiana delle piastrelle di ceramica, presentata in occasione dell’Assemblea dell’Associazione.



La struttura del settore

Al 31 dicembre 2005 erano attive in Italia 225 imprese, 3 in meno rispetto all’anno precedente, con una occupazione di 29.084, in calo di 773 unità (-2.46%). L’attività industriale avviene in 317 stabilimenti (stabile rispetto al 2004) dove sono attivi 697 forni (24 in meno rispetto a 12 mesi prima); nel corso del 2005 gli investimenti sono stati pari a 279,5 milioni di euro, in crescita del 15,89% e con un’incidenza pari al 5,20% del fatturato.

Il profilo che emerge è quello di un settore che, attraverso una progressiva razionalizzazione del suo sistema produttivo, punta ad eliminare rami secchi, ad inglobare aziende all’interno di gruppi di maggiori dimensioni, ad aumentare la produttività delle singole fabbriche.



La produzione

Lo scorso hanno sono stati prodotti 570,0 milioni di metri quadrati, con una flessione di 19,2 milioni pari al –3,26%, come risultato ultimo di una lieve flessione delle vendite sui mercati esteri, un più stringente equilibrio tra produzione e vendite, la forte crescita delle produzioni di ceramiche realizzate in stabilimenti esteri.

Relativamente ai prodotti, si conferma la leadership del gres porcellanato che, con 360 milioni di metri quadrati, copre ora il 64,7% dell’intera produzione, seguita dalla monocottura (22,6%) e dalla bicottura (8,8%). In termini strutturali, prosegue il trade off tra monocottura pasta bianca e porcellanato smaltato, mentre si confermano – seppur su valori cedenti – ruolo ed importanza delle altre tipologie di prodotto.
Tra le zone di produzione, la provincia di Modena e Reggio si conferma all’80% e le restanti province della Regione al 10%. Di interesse, infine, il confermarsi dei volumi di attività diretta (piastrelle prodotte e vendute con il marchio del produttore ceramico) e la flessione, nell’ordine del 18% dell’attività conto terzi – in modo particolare quella indirizzata verso le società commerciali.



Fatturato e vendite

Le quantità vendute nel corso del 2005 sono risultate essere pari a 560,3 milioni di metri quadrati, con una flessione pari al 4,01%. Le vendite tramite attività diretta sono risultate stabili e pari all’ 85,2% del totale, il materiale commercializzato da imprese ceramiche fatto però produrre da altre imprese ceramiche ora è al 8,2% (in crescita del 14,4%), mentre le società commerciali intermediano il 6,6% del totale, con una contrazione percentuale nell’ordine del 38%.
In termini di mercati di destinazione, i 170 milioni di metri quadrati venduti in Italia (-0,72%) corrispondono al 30% del totale; i 390,3 milioni di metri quadrati esportati, in flessione del 5,37%, danno origine dal 70% delle vendite.

Relativamente al fatturato, è bene rilevare come a fine 2005 l’industria italiana delle piastrelle di ceramica abbia raggiunto i 5.372,4 milioni di euro, in crescita dello +0,53%. In termini di valori assoluti, il fatturato Italia è risultato pari a 1.508,5 milioni di euro (+1,40%), mente quello all’esportazione è stato risultato pari a 3.863,9 milioni di euro (+0,20%).

Per quanto riguarda i mercati esteri di sbocco nel 2005, alle difficoltà delle vendite nell’area tedesca (particolarmente marcata in Germania, -15,5%) si contrappongono una buona espansione nei paesi dell’area scandinava e una discreta crescita della Francia, secondo mercato estero di destinazione per l’Italia. Per quanto riguarda i mercati extracomunitari spicca la flessione registrata negli Stati Uniti, in calo del 9,5, a cui seguono quelle in Asia ed Australia, mercati nei quali la forte concorrenza dei produttori del Far East si fa sentire in modo particolare.



La crescita del +4,73% prezzo medio – frutto di un +2,14% in Italia e di un +5,89% estero – risponde ad un miglioramento nel mix dell’offerta, ma anche ad una risposta ai crescenti costi – soprattutto del gas metano e delle materie prime. Dunque, solo in parte e probabilmente non per tutte le imprese si potrà assistere ad un miglioramento nei margini reddituali.



Internazionalizzazione

Al 31 dicembre 2005 sono operative 18 società di diritto estero controllate o partecipate da 9 gruppi ceramici italiani, nelle quali l’occupazione raggiunge i 4.133 dipendenti.

La produzione italiana di matrice estera è stata pari a 101,2 milioni di metri quadrati. In dettaglio sono stati prodotti 40,5 milioni di monocottura che copre il 40,04% del portafoglio prodotti, il gres porcellanato smaltato ha raggiunto 30,1 milioni (29,74%), la bicottura 12,1 milioni (12,01%) il gres porcellanato non smaltato 10,7 milioni e rappresenta il 10,53% della produzione totale.
Il 77% della produzione avviene in paesi europei, la restante parte negli Stati Uniti. Le vendite sono pari a 99,0 milioni di mq e hanno generato un fatturato complessivo di 698,6 milioni di Euro.