Alle ore 12.22 del 19 luglio 1985 il crollo del bacino superiore nelle discariche della miniera di fluorite di Prestavel provocò la fuoruscita di un enorme volume di fango, che ad una velocità di quasi 90 chilometri orari spazzò via persone, alberi, abitazioni e tutto quanto incontrò sulla sua strada, piombando nel silenzio e nella desolazione una delle più caratteristiche valli del paesaggio Trentino: così si consumò la tragedia della Val di Stava.

Con una mostra itinerante, ora allestita presso la Biblioteca Scientifica Interdipartimentale di Modena (via Campi, 213/c), la Fondazione Stava 1985 vuole ricordare la storia di quella tragedia, considerata una tra le più gravi al mondo, sia per il numero di vittime provocate – morirono 268 persone, tra cui alcuni modenesi e reggiani – che per le conseguenze ambientali prodotte.

La mostra si articola lungo 15 pannelli che, con brevi testi e immagini, ripropongono i contenuti del percorso didattico (consultabile sul sito Stava 1985), realizzato dal prof. Giovanni Tosatti, docente di Geologia Applicata all’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, con il patrocinio del Gruppo Nazionale per la Difesa dalle Catastrofi Idrogeologiche del CNR e dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, che accompagnerà i visitatori lungo un itinerario che riproporrà la storia della miniera, dell’impianto di arricchimento del minerale e della costruzione delle discariche fino al momento del loro collasso.

Allo scopo di approfondire le conoscenze sul crollo, sulle sue cause e sulle sue conseguenze, il prof. Giovanni Tosatti, nel giorno dell’inaugurazione della mostra, oggi alle ore 15.30 presso l’Aula E del Dipartimento di Scienze della Terra (Largo S. Eufemia, 19), terrà una conferenza aperta a tutti gli interessati, seguita dalla proiezione di un cortometraggio sul disastro della Val di Stava, realizzato da Gabriele Cipollitti, documentarista e regista televisivo di SuperQuark.