I cittadini modenesi considerano il loro quartiere di residenza più sicuro della città e la città, a sua volta, molto più sicura della dimensione nazionale. E’ stabile la percentuale di modenesi che si dichiara vittima di reati, sono gli anziani e le donne e tra queste le casalinghe, ad avere i timori maggiori, mentre i giovani si sentono più sicuri, così come chi è impegnato in un attività lavorativa si sente sostanzialmente più tranquillo rispetto a chi rimane a lungo tra le mura domestiche.

La percezione di sicurezza e insicurezza, ancora, non cambia rispetto a chi ha studiato e chi no, ed allo stesso modo non si presenta diversamente per i lavoratori dipendenti ed i lavoratori autonomi. Sono solo alcune delle indicazioni che emergono dall’ampia ricerca sulla percezione di sicurezza dei cittadini di Modena, Carpi e Sassuolo, realizzata nel dicembre scorso dall’ufficio ricerche del Comune di Modena.
Mentre la ricerca modenese ha una storia decennale, è la prima volta che il sondaggio viene esteso anche a Carpi e Sassuolo, andando ad interessare una popolazione di circa 240mila abitanti. In tal modo è stata attivata una modalità concreta di azione su area vasta con i soggetti più direttamente impegnati sul territorio e cioè i comuni.

In premessa, vale la pena sottolineare ancora una volta che l’indagine sulla percezione di sicurezza non si sviluppa analizzando dati reali (numero di reati, di arresti, di processi ecc. ecc.), ma si basa invece sulle risposte e perciò sulle sensazioni dei cittadini rispetto al tema generale ed anche a diversi argomenti specifici. Infine un annotazione utile ad interpretare le indicazioni della ricerca. E’ stata condotta prima che si manifestassero le situazioni estreme di Sassuolo e Pavullo.
Una condizione, questa, che non solo non sminuisce il valore dell’indagine, ma anzi ne conferma l’attendibilità: le risposte dei cittadini, infatti, sono state fornite in condizioni di normalità e non sotto la spinta emotiva di episodi molto gravi, ma per fortuna non frequenti.

1) Percezione di sicurezza. La percezione della sicurezza a Modena è quindi di fatto stabile negli ultimi 4 anni. Più in generale, nel decennio analizzato si evidenziano sostanzialmente tre periodi: dal ‘96 al ‘98 cresce l’insicurezza dei modenesi, problema che esplode nel secondo periodo, quello che va dal ‘99 al 2001, poi il fenomeno si attenua di molto e si stabilizza. Oggi siamo ancora in questa situazione: i modenesi si sentono sicuri, anche se cominciano a manifestare segnali di preoccupazione, in particolare per alcuni reati, come gli atti vandalici, o per comportamenti a rischio, come l’abbandono di siringhe e rifiuti. La variazione è ancora ridotta e quindi sarebbe ingiusto dare una lettura allarmistica dei dati, ma allo stesso tempo vanno colti ed interpretati i segnali di attenzione lanciati dai cittadini.
2) Rapporto Modena-Italia. I modenesi ritengono la loro realtà territoriale molto più sicura rispetto alla dimensione nazionale, hanno la percezione che la situazione del paese sia molto peggiorata rispetto a quanto avvenuto a Modena. Questo dato non deve sorprendere: nel corso degli anni la risposta è sempre stata la stessa, con alcune modeste variazioni rispetto all’andamento dell’anno preso in esame, ma senza alterare il rapporto Modena-Italia.
3) Rapporto città-quartiere. In tutto analogo l’atteggiamento dei modenesi quando confrontano il loro quartiere col resto della città: la propria zona di residenza è considerata più sicura di altre aree della città. Ovviamente tale sensazione deriva da due fattori di conoscenza molto diversi: da un lato l’esperienza diretta, quotidiana, di una realtà ben conosciuta; dall’altro, oltre ad una parte ancora di conoscenza diretta, anche il sentito dire, le informazioni mediate o riportate. Comunque, la realtà che si conosce bene è in genere ritenuta più sicura, mentre al contrario più ci si allontana dal conosciuto e più si è portati a nutrire paure e timori.
4) Le cose che danno fastidio. Ciò che rende meno sicuri non necessariamente si manifesta sotto forma di reato. Il primo elemento da valutare è che comunque nessun comportamento a rischio assume dimensioni drammatiche: tutti i fattori di disturbo rimangono al di sotto del 25%, ovviamente sempre rispetto al vissuto dagli intervistati. Nelle cose che disturbano, però, troviamo alcune presenze significative, come nel caso degli atti vandalici che, inoltre, sono anche considerati tra i maggiori elementi di fastidio per i cittadini modenesi, così come per lo spaccio di droga. Altri fattori sono meno presenti, come i rifiuti abbandonati, ma danno molto fastidio. Vi sono poi aspetti interessanti: ad esempio le siringhe abbandonate sono in calo, ma comunque arrecano molto disturbo, mentre c’è tolleranza (danno meno fastidio) per la presenza di tossicodipendenti e mendicanti.
5) I reati subiti. Tra gli intervistati, la percentuale del 2005 è di poco superiore all’11%, era il 10% nel 2004, mentre si collocava tra il 12 ed il 13% negli anni 2003 e 2002 dove, per inciso, la percezione di sicurezza era maggiore. Ancora una volta, perciò, si deve fare attenzione, in quanto la percezione di sicurezza non è necessariamente legata all’esperienza diretta.
6) Immigrazione. La ricerca è poi andata ad indagare uno dei luoghi comuni rispetto al tema della sicurezza e cioè il legame con il fattore immigrazione. Questo l’atteggiamento dei modenesi: una larga maggioranza ritiene che gli immigrati non tolgano lavoro agli italiani; sono abbastanza d’accordo sulla concessione del voto amministrativo agli immigrati residenti; la maggioranza considera vera la correlazione tra aumento di immigrazione e aumento della criminalità; infine, la gran parte dei modenesi pensa che tra gli immigrati vi sia molta gente onesta che ha voglia di lavorare La percezione di sicurezza dei cittadini modenesi è stabile ed a livelli elevati. Si registrano segnali di attenzione in un quadro complessivamente sotto controllo. Accanto a tali segnali si manifestano anche tendenze di segno diverso: ad esempio la solidarietà a chi si trova in difficoltà, mendicanti e tossicodipendenti, purchè la condizione di disagio personale non si manifesti in comportamenti a rischio per la collettività, come nel caso dell’abbandono di siringhe usate o di rifiuti. Il dato della solidarietà ritorna anche rispetto ai temi dell’immigrazione: da una lato si ritiene esista un legame tra l’aumento della criminalità e l’aumento dell’immigrazione, ma poi si è pronti a riconoscere che la stragrande maggioranza degli immigrati è fatta di gente onesta e che ha voglia di lavorare. Ancora, la percezione di sicurezza rimane stabile ed elevata in relazione al luogo di residenza ed allo stesso modo non aumenta la percentuale di chi ha personalmente subito un qualche genere di reato. Lo stesso i segnali inviati dai cittadini modenesi vanno attentamente valutati e tenuti in debita considerazione, se non altro perché l’esperienza insegna che su temi come la sicurezza e la lotta alla criminalità l’allarmismo rappresenta il secondo rischio possibile, il primo rimane di gran lunga la sottovalutazione.