Sessanta studenti delle ultime classi di undici istituti superiori di Reggio e Castelnovo Monti parteciperanno gratuitamente sul nostro Appennino a campi scuola-lavoro guidati da tutor ed esperti di ambiente e paesaggio. Il merito è del progetto ‘Fare per capire in Appennino‘, promosso dalla Provincia di Reggio Emilia e dal Parco nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano in collaborazione con l’associazione Sestante.

Scenario di questa operazione culturale di ampio respiro – che è stata presentata nelle scorse settimane ai dirigenti scolastici dagli assessori provinciali Giuliana Motti e Gianluca Chierici, ottenendo un ottimo riscontro – un po’ tutto il nostro territorio appenninico: da Collagna a Ligonchio, da Ramiseto a Villa Minozzo.
I campi scuola-lavoro si terranno in due turni – dall’11 al 18 giugno e dal 17 al 25 giugno – e i 60 ragazzi saranno ospitati in cinque strutture: la case-vacanza di Casalino e Cerreto Alpi, l’Ospitale del Seicento “San Leonardo” di Civago, il centro turistico rurale di Cecciola e l’ostello di Sologno.
Niente alberghi, dunque, ma strutture in grado di far partecipare il più da vicino possibile i ragazzi anche alla vita dei nostri borghi appenninici.

Scopo del progetto – presentato questa mattina in Provincia dalla presidente Sonia Masini alla presenza dell’assessore al Pesaggio Giuliana Motti, di Sergio Fiorini del Consorzio “Fare Appennino”, dei due tutor Francesco Ferretti e Marco Sepe, di dirigenti scolastici, docenti e alcuni degli studenti coinvolti – è coinvolgere i ragazzi in attività di “cura” del territorio del Parco Nazionale, attraverso un’esperienza diretta con l’ambiente, allo scopo di far acquisire loro strumenti utili alla crescita e alla formazione, attraverso l’impegno in attività di recupero e ripristino ambientale e in attività di studio e ricerca naturalistica e storico-culturale. Ma anche riscoprire i valori, le diversità, l’identità e il senso di appartenenza al nostro territorio; divulgare le conoscenze sugli aspetti naturalistici e storico-culturali del nostro Appennino e sensibilizzare i giovani verso i valori di tutela e di difesa ambientale mediante la costruzione di un rapporto positivo con la natura; realizzare azioni di recupero, manutenzione, catalogazione, tu
tela e valorizzazione di elementi e luoghi del paesaggio Appenninico ad oggi considerati ancora marginali; sensibilizzare la popolazione locale sull’importanza del recupero della memoria (di conoscenze, di attività, di usi), dello studio e della valorizzazione delle risorse storico-culturali ed ambientali.

“E’ un progetto che avevo in mente da tempo – ha spiegato la presidente Sonia Masini – per consentire ai giovani reggiani di conoscere il nostro Appennino, al quale sono molto legata, che erroneamente è ritenuto, a volte anche da chi ci abita, un luogo marginale, lontano dove si vive male. In realtà, nell’era della globalizzazione e delle nuove tecnologie, non esistono luoghi lontani o vicini. Il nostro Appennino è splendido è lo sarà anche più grazie alla festosa e “produttiva” invasione di tutti questi giovani che avranno modo di constatarne il fascino e la bellezza”.