Le esternazioni del consigliere di maggioranza Nicola Caserta nel corso del consiglio comunale di giovedì scorso hanno ufficializzato il fatto che gli inaccettabili ritardi nella presentazione del materiale cartografico sul PSC non erano dovuti a motivi tecnici (come l’Amministrazione ha voluto far credere), bensì all’ingresso in maggioranza del consigliere Antonio Caselli, surrogatosi a Maurizio Dallari, il quale, tra l’altro, ha curiosamente annunciato di voler abbandonare la lista civica APD per aderire alla Margherita, proprio alla vigilia dell’approvazione dello stesso PSC.


Reputiamo questo episodio assai grave e significativo, dal momento che da un lato è chiaro come il PSC, strumento urbanistico fondamentale che Sassuolo aspetta da più di vent’anni, viene condizionato dalle solite spartizioni politiche dell’ultim’ora all’interno della maggioranza, e, dall’altro lato, perché ancora una volta la minoranza e la città prendono atto di scuse strumentali ( ritardo per motivi tecnici) in realtà rese necessarie dal solito rimpasto in una maggioranza che ogni giorno che passa perde pezzi.


Rimane poi un interrogativo fondamentale: in quali parti è stato modificato il PSC alla luce dell’ingresso in maggioranza di Antonio Caselli? In parole povere, cosa ha chiesto il gruppo ex APD per sostenere il sindaco e la Giunta? Anche questi sono quesiti che sottopongono all’opinione pubblica la gravità di una manovra politica che parrebbe ridurre il PSC ad una mera spartizione tra partiti, e non, come dovrebbe, un momento condiviso di riflessione programmatica sulla scelte urbanistiche future della città.


La cittadinanza, che quotidianamente ha a che fare con le pastoie dell’urbanistica e che attende da anni il PSC, deve pertanto sapere cosa è stato modificato da martedì a giovedì, e ciò per fare chiarezza e trasparenza in una vicenda che, a prima vista, sembra davvero riportare alla luce modi di fare politica che non appartengono alla nostra mentalità.


A Sassuolo, evidentemente, c’è chi ha il potere di fare modificare un PSC alla vigilia del voto, dopo quattro anni di travaglio per arrivare a questo momento: ci spieghino, questi signori, cosa hanno chiesto e cosa hanno modificato, e, soprattutto, lo spieghino alla cittadinanza.

Smettano, poi, Antonio Caselli e APD di darci lezioni di etica e di perbenismo politico e ammettano che il loro progetto è definitivamente fallito con l’entrata in maggioranza, con tanto di accordi politici sul PSC.


In ogni caso lo strumento urbanistico fondamentale per la città nasce pesantemente condizionato dai partiti di maggioranza, senza che l’opposizione abbia neppure avuto il tempo di visionare centinaia di fogli e di tavole, che ci sono state consegnate soltanto a sette giorni dal voto.

Tutto ciò conferma il fatto che chi amministra Sassuolo continua a farlo senza curarsi degli interessi della cittadinanza, ma sempre e soltanto di quelli politici di parte.

Luca Caselli (A.N.) – Claudia Severi (F.I.) – Ugo Liberi (F.I.)