La Carpisa fa sua gara 4 (92-82) e strappa il biglietto per ritornare una volta di più a Bologna per gara 5 (domani sera, ore 20.30 alla Land Rover Arena) ma non parlateci di vittoria. Quanto invece della vergogna di una notte allucinante, dove la legge del PalaBarbuto viene lasciata (o spinta a…) prevalere su quella del basket. E’ quanto afferma la Fortitudo sul proprio sito internet.

Prima, dopo e durante la gara, in campo così come fuori. A cominciare dai colpi sulle fiancate del pullman e dai sassi lanciati mentre i giocatori entravano nell’impianto all’arrivo, per continuare con gli ultimi 3’ di riscaldamento impediti ai giocatori biancoblù perché nella loro metà campo piovevano carte, cartoni e quant’altro (eppure, gli arbitri anziché fermare tutto ed aspettare hanno permesso che una squadra si riscaldasse e l’altra no…). Poi, un inizio di partita al limite delle provocazioni (e non solo verbali) da parte di Morandais in particolare, con i primi minuti di gara protrattisi per un buon quarto d’ora. Ma, se sul parquet in qualche modo dopo si è continuato a giocare a basket, tutt’attorno le cose hanno cominciato ben presto a degenerare.
Al ritorno nel tunnel degli spogliatoi per l’intervallo, ai lanci di liquidi che si riversavano su giocatori e allenatore biancoblù si è aggiunto il tentativo di un nobiluomo di colpirli a furia di colpi di bastone (nuovo uso di bandiere…).

E nel secondo tempo sono venute meno parecchie condizioni d’equità, sia competitiva che di lavoro: con la panchina biancoblù oggetto di intrusioni continue. Per tutta la parte finale, è stato lì pure il presidente partenopeo Maione insieme al suo codazzo di security, in un misto non propriamente dagli intenti unicamente pacificatori. E, in quel finale burrascoso, l’assistant coach biancoblù Filippo Palumbi è stato colpito da uno schiaffo da parte di un altro nobiluomo, a cui “qualcuno” pochi minuti dopo ha pure fornito una maglietta (non più gialla ma rossa) per non venire identificato, salvo poi farsi rivedere ai cancelli fuori dall’impianto poco prima dell’uscita dei biancoblù (poi allontanato grazie all’intervento di Spinelli). Una secchiata (d’acqua, speriamo) è volata sulla panchina, una bottiglietta piena ha colpito alla testa il fisioterapista Abele Ferrarini per non parlare degli sputi, degli spintoni e dei colpi che hanno accompagnato la corsa fuori dal campo dei biancoblù e degli stessi arbitri (Sahin colpito duramente ad un braccio, mentre ancora nei primi minuti di gara Mastrantoni era stato colpito ad una gamba da una bottiglietta, proprio davanti a noi). Ma non ci si è limitati soltanto al parquet, perché nel tunnel degli spogliatoi è successo di tutto, con le due squadre e soprattutto gli staff ad attaccarsi per parecchi minuti, tra le urla d’ira di Maione contro Repesa: “Basta con gli slavi! Finitela d’ingaggiare gli slavi!”, il suo ripetuto proclama conclusivo, mentre il loro massaggiatore o preparatore che fosse faceva la posta allo spogliatoio biancoblù aspettando Bagaric (l’avremmo voluta vedere, la scena del poi…).

Per non parlare degli ultras lasciati a sbandierare e usare le trombe sotto il canestro dove attaccavano i biancoblù nel secondo tempo, coprendo completamente la visuale del canestro (!) a noi che eravamo lì a lavorare in prima fila, praticamente circondati. Anche queste sono cose che non potrebbero e non dovrebbero accadere. Eppure, a Napoli è successo di tutto ed è stata un’autentica vergogna. Aggiunta alle righe già scritte, da Napoli il GM Betti accusa Repesa di averlo colpito rientrando nel tunnel, ed è poi andato a farsi medicare in ospedale. Nessun testimone, se non nel fatto del parapiglia in cui il coach biancoblù è stato costretto a rientrare negli spogliatoi facendosi largo tra troppe braccia protese contro di lui. Fate voi.