“Auspico che ora, a livello nazionale, vi possa essere una sensibilità maggiore ed un più forte impegno verso i diritti e la dignità delle persone costrette a chiedere protezione in luoghi lontani dal proprio paese. Impegno ed attenzione di intensità almeno pari a quanto profuso dalla nostra società regionale, che del resto non deve abbassare la guardia su questi delicati temi”. Così l’assessore regionale all’Immigrazione, Annamaria Dapporto, commenta la ricorrenza di domani 20 giugno, ‘Giornata mondiale dei Rifugiati‘.

“Fino a questo momento – continua l’assessore – il contesto nazionale non ci ha certo aiutato: non solo le Regioni sono state escluse dalle pianificazioni nazionali ma l’Italia è anche l’unico Stato della Ue senza una legge organica per l’asilo, e in cui continua a mancare una strategia di ampio respiro su una materia che non deve essere confusa con quella dell’immigrazione clandestina.
Rifugiati e richiedenti asilo spesso rischiano di rimanere senza mezzi, assistenza e con tempi di riconoscimento del loro status che, nonostante si siano sensibilmente ridotti dopo l’istituzione delle Commissioni Territoriali decentrate, restano ancora lunghi”.

Dal loro avvio – il 21 aprile 2005 – alla fine di febbraio 2006, le 7 Commissioni Territoriali istituite a seguito della legge Bossi-Fini hanno preso decisioni in merito a 6.945 domande d’asilo presentate (furono 8.701 nel 2004) riconoscendo a quasi il 50% dei richiedenti forme di protezione internazionale. Tuttavia rispetto al 2004 si sono modificati i criteri di riconoscimento tanto che calano le concessioni dello status di rifugiato (dal 9% al 5%) mentre aumentano le situazioni per le quali si concede protezione umanitaria (dal 27% al 44%) in quanto fuggono da guerre, situazioni di violenza generalizzata e gravi violazioni dei diritti umani.

Nella nostra Regione la presenza di rifugiati, richiedenti asilo, o beneficiari di protezione umanitaria si stima in circa 1.250 persone a cui provvedono, con forme di intervento strutturate, una rete in costante crescita di Comuni (Parma, Modena, Forlì, Ravenna, la capofila Fidenza con altri 25 Comuni del parmense, Bologna e Ferrara), che si agiscono sia direttamente che grazie alla collaborazione di associazioni non-profit. Questa rete mette a disposizione di rifugiati e richiedenti asilo più di 200 posti, cui si devono aggiungere tutte quelle forme di accoglienza e tutela che vengono concesse, in modo meno formalizzato o meno specificatamente orientate ai soli richiedenti asilo o protezione, da altri soggetti non di rado con formule informali e “invisibili”.

In questo quadro le politiche regionali sono state particolarmente attive ed hanno inserito i richiedenti asilo tra i possibili beneficiari degli interventi di integrazione sociale. Proprio l’Emilia-Romagna, unica regione in Italia, nel giugno 2004 ha sottoscritto con gli Enti locali, le parti sociali e il terzo settore, un protocollo in materia di richiedenti asilo e rifugiati, che impegna al “dovere” dell’accoglienza e dell’integrazione sociale per i richiedenti protezione internazionale oltre che a promuovere azioni di sistema. Da quel protocollo mirato all’attivazione di azioni di sistema è scaturito, come primo atto concreto, il progetto “Emilia-Romagna – Terra d’Asilo”, avviato simbolicamente il 20 giugno 2005 e promosso unitamente alla Provincia di Parma, in collaborazione con molti enti, sindacati e associazioni. Quel progetto ha dato luogo, per la prima volta, alla costruzione di una effettiva rete regionale, organizzando attività formative e di comunicazione pubblica sul tema, e verrà ripreso nel 2006 con nuovi obiettivi, tra cui l’allargare ulteriormente la rete dei partner e mappare l’offerta dei servizi e delle attività di accoglienza (intesa in senso ampio) erogate a favore dei rifugiati, con particolare attenzione a quanti si muovono al di fuori di impegni formalizzati.