“Maggior numero di giorni consecutivi di caldo intenso, modificazione della distribuzione delle piogge e aumento delle temperature estive e dell’intensità delle precipitazioni con maggiore frequenza di eventi alluvionali, sono i principali cambiamenti climatici che influenzano le stagioni con i quali si devono confrontare i cittadini che si apprestano a trascorrere le vacanze, ma anche le imprese in agricoltura dove è in atto il momento più importante per le coltivazioni”.

E’ quanto afferma la Coldiretti in occasione dell’arrivo della stagione estiva che inizia oggi, 21 giugno, con il solstizio d’estate conosciuto come il giorno più lungo dell’anno. La nuova stagione si apre in Italia all’insegna della siccità che sta interessando le regioni del Nord con risorse idriche a livello di guardia nei fiumi e nei laghi di Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Friuli che mettono a rischio l’irrigazione delle colture in un periodo determinante per la loro crescita. E preoccupazioni – continua la Coldiretti – sono presenti anche per l’arrivo di temporali che possono manifestarsi con la caduta di grandine, ma anche con pioggia così intensa da non poter essere assorbita dal terreno secco e provocare l’effetto ruscellamento con la perdita di nutrienti e fertilità.

Dall’analisi della Coldiretti emerge una situazione di carenza idrica che interessa l’intero sistema dei laghi lombardo piemontesi come quello di Como, Iseo e Maggiore, ma anche il fiume Po e i suoi affluenti come la Dora Baltea, l’Adda e il Ticino. Una situazione causata da scarse piogge e temperature più alte della media stagionale, ma anche dal mancato rilascio di acqua da parte dei bacini alpini che – denuncia la Coldiretti – vengono mantenuti chiusi dalle società che ne hanno la concessione per la produzione di elettricità, che impediscono in questo modo che l’acqua giunga a valle e la sottraggono ai cittadini, all’ambiente e all’agricoltura.

Nell’immediato a rischio – continua la Coldiretti – sono le risaie del pavese, del novarese e del vercellese dove manca l’acqua per il necessario riempimento, ma anche nella pianura padana le coltivazioni di granoturco e quelle di pomodoro in fase di maturazione. Anche in Sardegna in provincia di Sassari sono gravi i danni segnalati dalla Coldiretti alle colture foraggiere e cerealicole derivati dalla mancanza di piogge. I cambiamenti climatici – precisa la Coldiretti – sono destinati a produrre effetti strutturali sull’attività agricola che rappresentano una nuova sfida per le imprese del settore con effetti sulla riduzione della riserva idrica, l’aumento dell’erosione in zone collinari e alluvioni in pianura.

Di fronte alla tropicalizzazione del clima per mantenere l’agricoltura di qualità – conclude la Coldiretti – servono, soprattutto al Nord, interventi strutturali per raccogliere l’acqua nei periodi più piovosi, creando bacini aziendali e interaziendali, ma anche un impegno sul versante del risparmio idrico, riducendo le dispersioni delle condutture e favorendo la diffusione di nuove tecnologie a basso consumo per l’irrigazione dei campi.