Nell’area limitrofa all’inceneritore di Modena non si sono evidenziati nel biennio 2003-2004 aumenti del rischio di aborto tra i residenti e fra le lavoratrici e lo stesso risultato è stato riscontrato rispetto alle malformazioni congenite. E’ quanto emerge da un’indagine condotta dall’Università di Modena e Reggio Emilia eseguita nell’ambito delle prescrizioni richieste dalla procedura di Valutazione dell’impatto ambientale.

Lo studio è stato inviato all’Azienda Usl di Modena che in questi giorni ha comunicato alla Provincia il proprio parere rispetto alle richieste della procedura di Via. Per l’Ausl si tratta ancora di “un’indagine preliminare”, in quanto relativa per ora a un periodo ridotto, ma che permette comunque “di validare positivamente la fattibilità ed il metodo impiegato per questo studio”.

Dallo studio emerge che per quanto riguarda gli aborti spontanei sono stati rilevati 14 casi, rispetto ai 13,9 attesi in base all’incidenza del fenomeno nella intera popolazione modenese. Per le malformazioni congenite sono stati rilevati 3 casi rispetto ai 4,5 attesi.

Lo studio, denominato “Programma di sorveglianza sanitaria della popolazione residente ed addetta ad attività professionali nell’area limitrofa all’inceneritore per rifiuti solidi urbani di Modena”, proseguirà fino al 2011 allo scopo di permettere un confronto dei dati relativi ai periodi prima e dopo l’avvio del potenziamento dell’inceneritore di Modena.