Crescita record del 6,1 per cento nel valore delle esportazioni di vino Made in Italy nel mondo con un successo rilevante negli Stati Uniti (+7,8 per cento) e in un mercato emergente come la Cina dove raddoppia (+96,9 per cento) anche se rimane modesto.

E’ quanto emerge da un’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi al commercio estero nel primo quadrimestre dell’anno dai quali si evidenzia che la metà del valore delle esportazioni di vino italiano dipende dall’Unione Europea dove la domanda registra un leggero incremento (+0,5 per cento) mentre negli Stati Uniti si concentra oltre un quarto delle vendite.

I risultati del 2006 – sostiene la Coldiretti – dimostrano la presenza di nuove e rilevanti opportunità di crescita del vino Made in Italy che nel 2005 ha raggiunto un fatturato record di 9 miliardi di euro con buone prospettive per l’anno in corso grazie ad una vendemmia 2006 stimata attorno ai 53 milioni di ettolitri e buona dal punto di vista qualitativo, secondo le previsioni di Unione Italiana Vini (Uiv) e Ismea.

Un patrimonio economico e di immagine per le imprese nazionali che – sottolinea la Coldiretti – va difeso nei confronti delle imitazioni e della concorrenza sleale fondata sulla mancanza di trasparenza nell’informazione sulle caratteristiche dei prodotti in riferimento alle modalità di invecchiamento e alle tecniche utilizzate, come l’utilizzazione dei trucioli per invecchiare il vino che, senza un’etichettatura trasparente, inganna i consumatori e danneggia i produttori impegnati nel mantenimento di tecniche tradizionali, quali la maturazione dei vini in botti di legno.

Il sostegno alla presentazione di una mozione parlamentare, sottoscritta da parlamentari di maggioranza e opposizione, per chiedere al Governo un impegno per tutelare il vino italiano di qualità è la prima tappa di una mobilitazione avviata dalla Coldiretti insieme a Legambiente e Città del Vino.

L’iniziativa – conclude la Coldiretti – è per un impegno presso tutte le sedi comunitarie affinché vengano privilegiate la qualità e le tipicità del vino italiano, per tutelare il lavoro degli imprenditori vitivinicoli e salvaguardare del diritto dei consumatori a non essere ingannati attraverso l’adozione di chiare modalità di etichettatura e l’esclusione della pratica enologica dei trucioli di legno per i vini di qualità certificata.