A San Matteo della Decima, frazione di San Giovanni in Persiceto (Bo), i meloni (ma anche i cocomeri) hanno un gusto particolare, più saporito e dolce allo stesso tempo. Se qualcuno avesse dei dubbi sull’importanza che un territorio e la terra hanno per le caratteristiche di un prodotto, dovrebbe andare in questa zona, che comprende anche le aree confinanti di Camposanto (Mo) e Renazzo (Fe).


”La particolarità de nostri meloni deriva dalla maggiore quantità di potassio contenuto nel terreno”, dice Stefano Bonzagni, produttore di
meloni e assessore alle attività produttive di San Giovanni in Persiceto. Il potassio si trasforma in zuccheri e in questa zona si ottengono in media
uno o due punti in più di gradi brix, la scala di misurazione del contenuto zuccherino di un frutto. ”Se in altri terreni – spiega Bonzagni – un melone maturo raggiunge i 12-13 gradi brix, da noi partiamo dai 14-15 gradi per arrivare fino a 17”.

Per valorizzare questa peculiarità si è costituito il comitato promotore dell’Igp del melone di ‘San Matteo della Decima’, che ha avviato le pratiche per ottenere il riconoscimento comunitario. A rendere la coltivazione più pregiata, si sta diffondendo il sistema biologico, grazie al progetto curato dal Centro Agricoltura Ambiente di San Giovanni e finanziato dalla Provincia e dalla Camera di Commercio di Bologna. ”La coltivazione biologica su meloni e cocomeri – dice l’assessore – è abbastanza semplice: si usano solo zolfo e rame, coadiuvati per alcune malattie dalle coccinelle, che dopo la mietitura del grano si trasferiscono su queste colture”.