Fra gli innumerevoli appuntamenti che animano il ferragosto dell’Appennino modenese, la “Festa dei Lamponi” di Barigazzo mantiene la sua inimitabile identità che la rende da 22 anni una meta irrinunciabile per chi già la conosce e una piacevole scoperta per chi si avventura lungo i tornanti della Via Giardini.

La struttura della festa anche quest’anno non cambia: dall’11 al 15 agosto, negli spazi coperti della Sorgente Fabbriche del Benessere, è in funzione ogni sera uno stand gastronomico gestito dalla onlus Hewo Modena Solidarietà per lo Sviluppo con l’obiettivo di raccogliere fondi da destinare alle comunità Hewo dell’Etiopia e dell’Eritrea.

Ma la possibilità di gustare borlenghi, tigelle, ciacci con la ricotta, frittelle di castagna, crescentine e polenta, oltre ovviamente a proposte di spaghetteria (e a prezzi contenuti), è soltanto l’occasione, resa ancora più piacevole dal contrasto fra l’entusiasmo dell’esercito di giovanissimi che serve in sala e l’austerità dell’edificio costruito nel 1931 con la pietra locale dalla Società Idroelettrica Alto Modenese, in uno dei frequenti tentativi di sfruttare le emissioni dal sottosuolo di gas metano, qui chiamate “Fuochi dell’inferno”.

Barigazzo e la Festa dei Lamponi valgono una sosta ferragostana per incontrare Hewo e i suoi volontari, condividere il loro impegno per gli ammalati di lebbra, tbc e aids in Etiopia ed in Eritrea: una associazione che destina tutto quello che raccoglie, capace di ottenere importanti risultati, partendo dalla capacità di dare dignità umana e un ruolo sociale a persone che la comunità aveva emarginato per paura del contagio. Hewo Modena ha sede a Maranello, dove risiedono molti dei volontari, ma annovera soci particolarmente attivi in buona parte della provincia a partire da Lama Mocogno, Piane di Mocogno e Barigazzo. Qui, 22 anni fa un gruppo di amici diede vita alla prima “Festa dei Lamponi” per sostenere l’attività nel Corno d’Africa dei coniugi Carlo e Franca Travaglino.

Gli interventi in favore degli ammalati e delle loro famiglie si sviluppano attraverso le comunità Hewo locali, presenti ad Asmara, per quanto riguarda l’Eritrea, a Makallè, la capitale del Tigray e a Garbo, villaggio dell’Oromia, in Etiopia. Le comunità sono formate da ex ammalati (soprattutto ex ammalati di lebbra) che hanno promosso e gestiscono ambulatori, ospedali e scuole. Come a dire che sono le stesse persone che hanno goduto in passato degli interventi socio-sanitari dell’Hewo in loro favore, che si fanno carico di fornire le stesse opportunità a coloro che si trovano oggi in condizioni di necessità. A loro si affiancano periodicamente volontari provenienti da Modena per condividere dall’interno la vita delle Comunità e per dare impulso alle attività e ai nuovi progetti.

Ciò che è stato fatto costituisce un elenco lungo, ma è più lungo quello che resta da fare. La “Festa dei Lamponi 2006” contribuirà a potenziare i servizi dell’ospedale di Quihà nei pressi di Makallè, sviluppare un laboratorio di maglieria che rappresenti per le ragazze un’alternativa alla prostituzione a cui vengono avviate già a dodici anni. L’ impegno più pressante rimane ancora il problema della fame e Hewo sta cercando di allestire un “Centro agricolo produttivo” che da un lato contribuisca all’autonomia alimentare delle comunità e dall’altro rappresenti un’occasione per sviluppare nuove e più moderne forme di agricoltura.

La filosofia di fondo dell’Associazione è proprio quella di cercare di creare piccole realtà anche produttive che permettano da un lato di non perpetuare “la dipendenza” dagli aiuti esterni e che consentano dall’altro la reintegrazione sociale degli ex ammalati e dei loro figli attraverso la scuola e la formazione professionale.
Un tempo gli scienziati salivano a Barigazzo per cercare i “Fuochi dell’inferno”: oggi altre luci animano le sue notti e sono luci di amicizia e di solidarietà. Nelle notti di Ferragosto a Barigazzo non ci si smarrisce, anzi ci si ritrova.