Lo scrittore Cesare De Marchi, che da dieci anni vive in Germania, vince il premio letterario “Frignano” con il romanzo ‘La furia del mondo’ (Feltrinelli). La segnalazione come miglior opera prima va alla giornalista Daniela Brancati per il romanzo d’esordio ‘Tutta una vita’ (Marsilio).

I premi – 5.000 euro al vincitore e 1.500 all’autore del libro segnalato – saranno consegnati ai vincitori sabato 26 agosto nel corso di una cerimonia a Pievepelago. A chiudere la manifestazione, domenica 27 agosto, il cantautore Francesco Guccini che interpreterà una commedia di Plauto, “Aulularia”, tradotta in dialetto.

La più prestigiosa manifestazione letteraria dell’Appennino modenese, nata nel 1959 e che ha visto fra i fondatori il critico Carlo Bo, è organizzata dal Comune di Pievepelago, dall’Accademia dello Scoltenna e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, con il patrocinio della Provincia di Modena.
L’anno scorso il premio ha ottenuto il prestigioso riconoscimento del Presidente della Repubblica, la Medaglia per la Cultura.

La partecipazione al premio era riservata a opere narrative di autori italiani viventi edite tra il maggio 2005 e il maggio 2006, che potevano essere presentate dagli autori stessi, da editori o proposte dalla giuria, di cui Arrigo Levi è presidente onorario. Gli altri componenti sono Franca Baldelli, Roberto Barbolini, Alberto Bertoni, Michelina Borsari, Stefano Calabrese e Giuseppe Pederiali.

“Quest’anno abbiamo ricevuto oltre una ventina di opere – spiega Michelina Borsari coordinatrice della giuria – la maggior parte delle quali di grande qualità. Le case editrici italiane, sia grandi che piccole, hanno mandato i loro pezzi migliori e questo è un segno di importante riconoscimento per il premio ‘Frignano’. Editori del calibro di Feltrinelli, Garzanti, Rizzoli, Marsilio non sono voluti mancare all’appuntamento con il premio giunto alla sua undicesima edizione. Molto interessanti sono risultati i due libri mandati al premio dalla Rizzoli, quello di Giorgio Montefoschi “L’idea di perderti” e quello di Luigi Guarnirei “La sposa ebrea, ma è sicuramente da menzionare anche l’opera di Massimo Cacciapuoti “L’abito da sposa”(Garzanti)”.
“In questa edizione – continua Michelina Borsari – sia l’opera vincitrice del premio che quella segnalata si muovono dentro ad un’ambientazione storica precisa”.