Il Consigliere di Alleanza Nazionale Enrico Aimi ha rilasciato oggi una dichiarazione in merito alla necessità di maggiori controlli sull’identità degli immigrati presenti nel nostro paese.

“Abbiamo il timore che il “morto che lavora” scoperto qualche giorno fa dalle forze dell’ordine a Sassuolo non sia che la punta di un iceberg di un fenomeno dalle dimensioni difficilmente immaginabili. Sarebbe infatti sufficiente pensare al numero, ben poco credibile, di decessi registrati presso certe etnie, presenti nella nostra provincia, per rendersene pienamente conto e, a conferma delle mie affermazioni, chiedo pubblicamente di sapere quanti sono coloro che negli ultimi anni hanno assistito a funerali di cittadini appartenenti alla Repubblica Popolare Cinese.


A questo proposito scriverò personalmente al Ministero dell’Interno al fine di sollecitare l’introduzione, anche in Italia, di documenti elettronici da rilasciare a cittadini extracomunitari che contengano informazioni che possono rivelarsi preziosissime alle forze di pubblica sicurezza per accertare l’identità dello straniero quali, ad esempio, le impronte digitali, le geometria della mano e la scansione della retina. Queste misure, mi preme sottolinearlo, sono già state introdotte, con successo, non solo negli Stati Uniti, ma anche in altri paesi europei quali l’Olanda.

Pare tuttora alquanto singolare che taluni luoghi di aggregazione siano affollati, anche durante le ore lavorative, da cittadini extracomunitari che, tutto paiono fare, tranne lavorare onestamente. E a tal proposito vorrei sapere con quale titolo tali persone restano nel nostro paese, ma soprattutto come fanno a guadagnarsi da vivere.


E’ necessario che le forze di polizia preposte al controllo del territorio, Polizia Municipale in testa, intensifichino l’attività di controllo incrociato tra gli stranieri, trovati “a spasso” in certe zone della città particolarmente a rischio, in orari incompatibili con un’attività lavorativa, e il presupposto datore di lavoro. Temo che così verificheremmo, purtroppo, come, il numero reale di coloro che giungono in Italia, senza un lavoro effettivo, sia molto maggiore di quanto possiamo immaginarci. Un controllo di questo tipo è auspicabile soprattutto in termini di prevenzione e, sono certo, che sarebbe approvato, non solo dalla stragrande maggioranza degli italiani ma, anche e soprattutto, dagli ospiti extracomunitari che, comportandosi bene e lavorando regolarmente, non hanno nulla da temere e da nascondere.”