“Nonostante una lieve ripresa del turismo nell’area neve e, in misura minore, della stagione estiva sull’Appennino, il settore turistico nella nostra provincia continua ad essere in sofferenza, risentendo del protrarsi del periodo di stagnazione economica e dei consumi”. È quanto afferma Amedeo Faenza, Presidente Provinciale di Federalberghi – Confcommercio.

“In effetti – dice Faenza – Modena e il territorio limitrofo stanno attraversando una profonda crisi strutturale derivante da una forte contrazione delle presenze d’affari, anche in relazione al calo dell’apporto in passato assicurato dagli eventi fieristici.
Alla lettura dei risultati dell’Osservatorio Turistico-Alberghiero, relativo ai primi nove mesi del 2006, realizzato dalla Federalberghi – Amedeo Faenza, componente tra l’altro della Giunta Nazionale – ricorda come ci siano voluti addirittura cinque anni prima che il turismo italiano riguadagnasse le posizioni raggiunte nel 2001 e sgretolatesi all’indomani degli attacchi terroristici dell’11 settembre dello stesso anno.
Questo vuol dire – accusa Faenza – che mentre la Spagna, la Francia, la Grecia hanno lavorato per un recupero delle loro quote di mercato e sono riuscite a segnare tassi di crescita molto superiori ai nostri, nessuna istituzione politica italiana ha invece inteso supportare negli anni uno dei più importanti e vitali settori economici del Paese e nessuna azione governativa è stata mai concretamente messa in atto per sostenere quelle imprese, per lo più a conduzione famigliare, che costituiscono l’ossatura del sistema turistico italiano.
Un sistema – aggiunge Faenza – che comprende oltre 270 mila imprese, dà lavoro ad oltre 2 milioni di persone, introita annualmente circa 30 miliardi di Euro spesi dai turisti stranieri nel nostro Paese, produce un giro d’affari di 140 miliardi di Euro ed influisce per circa il 12% del Pil nazionale. L’attuale Governo Prodi, in campagna elettorale ed anche dopo, ha sempre dichiarato l’importanza del settore e per bocca del Vice Presidente del Consiglio, con delega per il Turismo, Francesco Rutelli, ha sempre affermato che il settore deve trasformarsi in un ulteriore volano per l’economia del Paese.
Inoltre dal 2004 ad oggi le tariffe alberghiere sono cresciute in linea col tasso d’inflazione – precisa Faenza – a conferma che il rapporto qualità-prezzo del nostro sistema ricettivo è stato addirittura sottostimato rispetto all’aumento del costo della vita del Paese, con una corrispondente riduzione dei margini di guadagno delle aziende. Oggi, alla vigilia del varo di una importantissima Legge Finanziaria, che nelle aspettative di tutti dovrebbe rilanciare l’economia, ascoltiamo voci che vedrebbero la introduzione di una cosiddetta ‘tassa di scopo’ da far pagare ai turisti, ma da imputare nei fatti alle sole imprese turistiche.
Non ci sembra – conclude Faenza – che fossero queste le promesse elettorali e soprattutto le linee programmatiche dell’Esecutivo. Di conseguenza la nostra risposta ad una eventualità del genere sarebbe assolutamente dura e conflittuale, considerando illogica la paventata penalizzazione di un settore che con i suoi risultati economici aiuta l’Italia e crescere e svilupparsi”.