Dopo il contratto del settore chimico-farmaceutico, anche i 15.000 lavoratori delle piccole e medie imprese della chimica, della concia e dei settori accorpati (quasi un migliaio) hanno il rinnovo del loro contratto nazionale di lavoro, scaduto il 31 dicembre 2005. A Modena e provincia interessa circa 300 lavoratori distribuiti in una decina di aziende.

Lo hanno sottoscritto l’Unionchimica, l’associazione dei datori di lavoro aderente a Confapi, e i sindacati di categoria Filcem-Cgil, Femca-Cisl,
Uilcem-Uil che hanno espresso un giudizio positivo.

L’aumento medio parametrato, per il biennio 2006-2007, è di 84 euro, a livello di categoria D, suddiviso in due “tranche”: dal 1 novembre 2006, 50 euro; dal 1 marzo 2007, 34 euro.
Una “una tantum” di 450 euro, eguale per tutti i lavoratori, coprirà il periodo pregresso: 250 euro verranno erogati con le competenze del mese di
ottobre 2006, mentre i restanti 200 euro con quelle di gennaio 2007.
Incrementata di 15 euro anche l’indennità di funzione per i quadri.
Nella “Parte economica”, prevista infine – per le aziende dove non si effettua la contrattazione di secondo livello – l’istituzione di una tabella sostitutiva in cifra fissa (con importi annui pari a 143 euro, a livello di categoria D) che avrà decorrenza dal 1 luglio 2007.

Il capitolo “Ambiente e sicurezza” ne esce rafforzato: infatti nelle aziende da 80 a 200 dipendenti è prevista la nomina di due delegati alla
sicurezza (prima era uno), e ulteriori 8 ore di permessi retribuiti per interventi formativi.

Quanto al “Mercato del lavoro”, oltre ad aver eliminato l’odioso istituto del tirocinio, l’intesa disciplina i nuovi istituti contrattuali quali
l’apprendistato, il contratto d’inserimento, il part-time; sui contratti a termine e i contratti di somministrazione la discussione sarà ripresa con
il nuovo anno.
Istituita inoltre una Commissione bilaterale che dovrà definire, entro il 30 giugno 2007, una proposta di revisione dell’attuale struttura
classificatoria.
Una novità infine nel panorama sindacale, a proposito di “Trattamento di fine rapporto”: la possibilità per i genitori – in caso di nascita di figli
– di fruire del Tfr nel caso di aspettativa facoltativa.