Sono 1.467 le imprese del commercio gestite da stranieri in provincia di Modena. Divise nei vari settori, tutte contribuiscono ad accrescere il livello economico e produttivo del territorio e, grazie all’importo di novità di prodotti ed esperienze, favoriscono un aggiornamento e un ricambio indispensabile in un mercato che si definisce moderno e vuole rimanere al passo coi tempi.

E’ questa una delle sfaccettature evidenziate da Confesercenti Modena, in una ricerca condotta nei giorni scorsi sul fenomeno della presenza di imprenditori non italiani sul territorio provinciale e che mette a fuoco un importante aspetto dell’immigrazione nella nostra provincia.

“Non è certamente una strada in discesa quella della convivenza tra imprenditori italiani e stranieri – spiega Fulgenzio Brevini, Responsabile sindacale di Confesercenti –. Le usanze, i costumi, gli stili di vita degli imprenditori originari di altri paesi, non sempre si integrano con quelli italiani. I nostri operatori che lavorano a contatto con colleghi che provengono da realtà geografiche e culturali diverse, percepiscono quotidianamente le difficoltà, ad iniziare dal rispetto delle regole e dei vincoli posti dalla normativa di settore esistente. Ma è una strada che va perseguita se vogliamo mantenere fermo uno dei capisaldi della nostra comunità: la coesione sociale. Restiamo tuttavia convinti che questo percorso avrà successo nella misura in cui, pur nel rispetto delle differenze culturali e religiose, saremo fermi e determinati nell’esigere comportamenti sociali improntati all’osservanza della nostra costituzione e al rispetto dell’ordinamento statuale che da essa deriva”.

Analizzando i numeri della ricerca emerge che dei quasi 1.500 operatori non italiani 176 sono intermediari di commercio (pari al 12% del totale), 304 impegnati nel commercio all’ingrosso (20,72% del totale), 159 nel commercio al minuto alimentari (10,84%), 204 nel commercio al minuto extralimentari (13,91%), 294 nel commercio su aree pubbliche extralimentare (20,04%), 10 nel commercio su aree pubbliche alimentare (0,68%), 7 nella riparazione beni di consumo (0,48%), 135 nei bar (9,20%) e 178 gestori di alberghi e/o ristoranti (pari al 12,13% del totale delle ditte).

Le attività gestite da stranieri residenti a Modena sono così suddivisi per aree geografiche: dal Nord America le imprese sono in tutto 23 (pari all’1,57% del totale delle imprese) con prevalenza nel settore dell’intermediazione di commercio (2,84%); dal Centro America le imprese sono 26 (1,77% del totale) con prevalenza di alberghi e/o ristoranti e bar; dal Sud America le imprese sono 135 (pari al 9,20% del totale) con prevalenza di intermediari di commercio, commercio all’ingrosso, alberghi/e o ristoranti e bar; dall’Europa comunitaria (la vecchia Ue) sono 280 (19%) con prevalenza di commercio all’ingrosso, seguito dall’intermediazione di commercio, bar, commercio al minuto extralimentare ed alberghi/ristoranti; dall’ex Europa dell’Est in tutto le imprese presenti in provincia sono 218 (14,86%) e sono in particolare nel commercio all’ingrosso, nella ristorazione e nel commercio al minuto extralimentare; dal Maghreb sono 336 (22,9%) con prevalenza di commercio su aree pubbliche extralimentare, il commercio al minuto di alimentari e il commercio all’ingrosso; dall’Africa centrale arrivano a 130 le imprese sul territorio (pari al 8,86%) con prevalenza di commercio all’ingrosso, commercio al minuto extralimentare, commercio al minuto di alimentari e commercio su aree pubbliche extralimentare; dall’Asia in tutto sono 316 (21,54%) con prevalenza di commercio all’ingrosso, commercio su aree pubbliche extralimentare, commercio al minuto extralimentare, alberghi e/o ristoranti e commercio al minuto alimentari; dall’Oceania sono soltanto 3 le imprese (0,2%).

Il fenomeno dell’immigrazione è una questione che non può più interessare soltanto il settore delle politiche sociali. Vista la dimensione dei lavoratori stranieri a Modena (il totale degli addetti impiegati in provincia nelle imprese di commercio associate a Confesercenti è di 4.782 unità, dei quali gli extracomunitari sono 410: i dipendenti sono 338 e quelli con un contratto di collaborazione si fermano a 71) è verosimile credere che sul tema siano coinvolti più settori e più attori, dal mondo economico a quello culturale, dalle politiche sanitarie a quelle dell’integrazione e del tempo libero.

“Dopo anni di osservazione e di analisi del fenomeno migratorio – spiega il Responsabile sindacale di Confesercenti – consideriamo prioritario individuare le tappe di un percorso che porti il mondo della immigrazione, in particolare extra-comunitaria, in tutte le sue articolazioni economiche e culturali, ad integrarsi pienamente con la città, le sue Istituzioni politiche, economiche e sociali, nel pieno rispetto e nella osservanza dei principi democratici e delle leggi che sovrintendono il nostro ordinamento”.

In un mercato globalizzato, che non trascura il territorio locale ma ha lo sguardo rivolto all’internazionalizzazione, cambia anche la figura dell’imprenditore e cambia il modo dell’imprenditore di rapportarsi al tessuto produttivo di riferimento. Per questo Confesercenti, oltre a fornire una propria analisi del fenomeno, si propone come punto di riferimento per quegli operatori non originari di Modena che intendano proseguire o cominciare l’attività imprenditoriale.

“Noi riteniamo che l’intero mondo imprenditoriale, soprattutto delle piccole e medie imprese, debba adeguare la politica associativa e dei servizi ad una realtà in rapido cambiamento – chiude Brevini –. Dal 2002 al 2005 il numero delle imprese individuali gestite da extra comunitari a livello nazionale è cresciuta del 137% fino a raggiungere le attuali 202.000 unità. Un dato destinato ad accrescere in modo esponenziale nei prossimi anni. Modena non si sottrae a questa crescita tumultuosa; da qui la necessità e l’urgenza di affrontare e favorire, non in modo sporadico, una migliore integrazione di queste imprese nel nostro tessuto economico, iniziando a creare la consapevolezza dell’importanza dell’adesione associativa, innanzitutto, rispetto al perseguimento di logiche individuale o di gruppo”.