Dopo i garofani e le rose, i crisantemi sono i fiori più coltivati in Italia dove è presente una ampia gamma di offerte diverse per forma, colore, grandezza e soprattutto prezzo, tra le quali è possibile scegliere facendo buoni affari e senza cadere nelle trappole del mercato. E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che il legame del fiore a una delle tradizioni più radicate e amate dagli italiani non deve impedire di fare scelte consapevoli.

L’acquisto all’ultimo minuto consente di guadagnare tempo, ma – sottolinea la Coldiretti – risulta certamente più costoso e limitato nella possibilità di scelta, mentre quello programmato consente di risparmiare con un dono personalizzato.
La gamma delle forme del fiore è infatti ampia (pon pon, a dalia, a fiore grande, ad anemone, a margherita e spider) con uno o più fiori per stelo e – prosegue la Coldiretti – con diversi colori (giallo, bianco, fucsia).

I prezzi di vendita per i fiori recisi – riferisce la Coldiretti – variano da 1,5 euro a 4 euro a più di dieci euro se si tratta di un vaso, mantenendo inalterato il significato della tradizionale offerta. In Italia – continua la Coldiretti – vengono prodotti 9 milioni di vasi di crisantemi all’anno e circa 650 milioni di steli (tra uniflori e multiflori) venduti per quasi un terzo proprio nei giorni della commemorazione dei defunti con una spesa stimata in circa 400 milioni di euro. Il costo precisa la Coldiretti – cambia a seconda del momento e dei luoghi e per questo è opportuno, nonostante il tipo di ricorrenza, non fare acquisti di impulso, ma verificare e mettere a confronto i diversi prezzi sul mercato.
Peraltro, per fare durare di più i fiori si consiglia – afferma la Coldiretti – di cambiare l’acqua nei vasi ogni due o tre giorni e di tagliare il gambo dei fiori cogliendo, se possibile, l’occasione di ripetere la visita di commemorazione.

Se in Italia il crisantemo ci ricorda soprattutto il giorno dei defunti, in Giappone – sottolinea la Coldiretti – è fiore nazionale, emblema araldico della famiglia imperiale e il principale ornamento floreale utilizzato per la celebrazione delle nozze, mentre in molti Paesi è il simbolo della vita, della forza d’animo e della pace.
Il “fiore d’oro” (dal greco chrysos, oro, e anthemon, fiore) è anche conosciuto per le proprietà terapeutiche e il suo aroma in cucina, tanto che i ricettari europei dei secoli scorsi lo sfruttavano per frittate, pasticci di carne, per il pesce, e crudo nelle insalate. Una tendenza che si è riscoperta di recente con il boom dei fiori in cucina dove vengono offerti piatti a base di crisantemo come il tortino di patate ai fiori di crisantemi in salsa di pecorino.

La produzione del crisantemo è sicuramente una delle tecniche più complesse del florovivaismo italiano, basti pensare al fatto che – spiega la Coldiretti – occorre “programmare” la fioritura, dosando le ore di buio e di luce con la copertura delle piante in funzione del momento in cui i fiori verranno messi in commercio. In Italia – continua la Coldiretti – è coltivato in diverse aree del Paese, anche se le regioni di maggior produzione sono la Liguria, la Campania, il Lazio, la Toscana, la Puglia e la Sicilia. In base ai risultati dell’ultimo censimento dell’agricoltura in Italia – prosegue la Coldiretti – risultano attive 33.181 aziende florovivaistiche per una superficie coltivata di 38.541 ettari; il 48% di queste aziende si dedicano alla floricoltura, il 43% al vivaismo e solo il 9% a entrambe le attività, mentre i fiori più coltivati in Italia sono nell’ordine i garofani, le rose, i crisantemi, le gerbere e gli anemoni.

E fiori e piante – conclude la Coldiretti – sono anche uno dei settori del Made in Italy in cui il saldo del commercio estero è risultato attivo nel 2005 per un valore di 53,4 milioni di euro, anche se si è verificato un aumento delle importazioni dell’1,7 per cento, che riguardano per quasi i tre quarti arrivi dai Paesi Bassi, spesso attraverso triangolazioni come accade per le rose dal Kenia, ma anche numerosi Paesi extracomunitari come Tailandia, Brasile e Perù.